Fonte foto: Quotidiano del Sud
Ponte sullo Stretto: tra sogno infrastrutturale e spreco percepito, il sondaggio rivela un netto rifiuto da parte dell’opinione pubblica.
Il dibattito sul Ponte sullo Stretto si riaccende, ma questa volta è la voce dei cittadini a parlare. Un sondaggio lanciato online ha restituito un verdetto netto: l’80% degli intervistati ha votato “No”, definendo il progetto uno spreco di risorse pubbliche. Solo il 20% ha espresso parere favorevole, ritenendolo un’opera necessaria per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Un risultato che non lascia spazio a interpretazioni: la maggioranza degli italiani non crede nel Ponte sullo Stretto. E non si tratta solo di numeri, ma di un sentimento diffuso che mescola scetticismo, disillusione e una crescente richiesta di pragmatismo.
Un progetto che divide da decenni
Il Ponte sullo Stretto di Messina è da oltre cinquant’anni al centro del dibattito politico e infrastrutturale italiano. Annunciato per la prima volta negli anni ’60, è stato ripreso, sospeso, rilanciato e poi nuovamente accantonato da governi di ogni colore. Ogni volta con promesse di rilancio economico, modernizzazione e integrazione territoriale.
Ma a fronte di decenni di annunci, il progetto non ha mai visto la luce. E oggi, più che un’opera ingegneristica, il Ponte è diventato un simbolo: per alcuni di progresso, per altri di spreco e propaganda.
Le voci del sondaggio: tra rabbia e realismo
I commenti raccolti durante il sondaggio parlano chiaro. “Prima sistemiamo le strade in Sicilia e Calabria, poi pensiamo ai ponti”, scrive un utente. Un altro aggiunge: “Un’opera faraonica in una zona sismica è una follia. Servono investimenti reali, non sogni elettorali”.
Chi ha votato sì, invece, lo fa con una visione strategica: “Il Sud ha bisogno di infrastrutture moderne. Il Ponte sullo Stretto può essere un volano per il turismo e la logistica”. Ma queste voci restano minoritarie, soffocate da una diffusa sfiducia verso la classe politica e la capacità dello Stato di portare a termine progetti complessi.
Il nodo delle priorità
Il sondaggio evidenzia un tema cruciale: le priorità. In un Paese dove molte infrastrutture sono obsolete, dove i trasporti locali arrancano e dove la manutenzione ordinaria è spesso trascurata, l’idea di investire miliardi in un’opera monumentale appare fuori luogo.
Molti cittadini chiedono interventi concreti e immediati: strade sicure, ferrovie efficienti, collegamenti locali potenziati. Il Ponte sullo Stretto, in questo contesto, sembra più un lusso che una necessità.
Un ponte che non unisce
Paradossalmente, il Ponte sullo Stretto divide più di quanto prometta di unire. Divide il Paese tra Nord e Sud, tra favorevoli e contrari, tra chi sogna grandi opere e chi chiede interventi quotidiani. E divide anche la politica, con partiti che lo cavalcano come bandiera ideologica e altri che lo osteggiano come simbolo di spreco.
Il sondaggio lo conferma: l’Italia non è pronta, o forse non è più disposta, a credere in progetti che sembrano più utopie che soluzioni. Il Ponte sullo Stretto resta sulla carta, sospeso tra desiderio e disincanto.
Ascoltare i cittadini
Se c’è una lezione da trarre da questo sondaggio, è che i cittadini vogliono essere ascoltati. Vogliono trasparenza, concretezza e investimenti mirati. Il Ponte sullo Stretto, per ora, non risponde a queste esigenze. E finché non lo farà, resterà un’idea affascinante, ma lontana dalla realtà.

2 thoughts on “Ponte sullo Stretto: il sondaggio boccia l’opera, l’80% dice no”