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I Dazi di Trump giudicati illegali: la Corte d’Appello sfida la politica commerciale USA
Una sentenza della Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti ha messo in discussione uno dei capisaldi della politica economica di Donald Trump: i dazi imposti su larga scala a decine di partner commerciali. Secondo i giudici, l’ex presidente ha abusato della sua autorità, applicando tariffe doganali senza una base legale adeguata. La decisione, che conferma una precedente pronuncia di un tribunale inferiore, potrebbe avere conseguenze profonde per il futuro della politica commerciale americana.
L’uso controverso dell’IEEPA
Al centro della disputa c’è l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), una legge del 1977 pensata per affrontare emergenze economiche internazionali. Trump ha utilizzato questa norma per giustificare l’imposizione di dazi su importazioni da Paesi come Cina, Canada e Messico, sostenendo che il deficit commerciale e il traffico di fentanyl rappresentassero minacce alla sicurezza nazionale.
Tuttavia, la legge non menziona esplicitamente le tariffe, e nessun presidente prima di lui l’aveva mai invocata per tassare le importazioni. Secondo la Corte d’Appello, questa interpretazione estensiva viola i limiti imposti dal Congresso e rischia di compromettere l’equilibrio dei poteri previsto dalla Costituzione.
Dazi Trump: sospensione temporanea e ricorso annunciato
Nonostante la bocciatura, la Corte ha deciso di sospendere l’applicazione della sentenza fino a metà ottobre, dando tempo all’amministrazione Trump di presentare ricorso alla Corte Suprema. Questo rinvio consente ai dazi di restare in vigore per il momento, ma getta un’ombra sulla loro legittimità e sulla strategia economica dell’ex presidente.
Trump ha reagito con durezza, definendo la Corte “altamente di parte” e avvertendo che la rimozione dei dazi sarebbe “un disastro totale per il Paese”. In un post sui social, ha evocato lo spettro della Grande Depressione e ha ribadito che i dazi hanno reso l’America “di nuovo ricca”.
Le alternative tariffarie ancora disponibili
Anche se la Corte Suprema dovesse confermare la sentenza, Trump non resterebbe privo di strumenti tariffari. Esistono infatti altre disposizioni legislative che consentono l’imposizione di dazi in circostanze specifiche:
- Section 232: permette dazi per motivi di sicurezza nazionale, già usata per acciaio e automobili.
- Section 122 del Trade Act del 1974: consente tariffe globali fino al 15% per un periodo di 150 giorni.
- Section 301: autorizza misure contro pratiche commerciali sleali, previa indagine.
Questi strumenti, però, richiedono processi più articolati e non offrono la stessa flessibilità dell’IEEPA, rendendo più difficile per il presidente agire unilateralmente.
Implicazioni politiche e commerciali
La sentenza rappresenta un campanello d’allarme per il Congresso, che secondo molti osservatori dovrebbe riappropriarsi del suo ruolo costituzionale nella regolazione delle tariffe. Jake Colvin, presidente del National Foreign Trade Council, ha definito la decisione “positiva”, ma ha anche sottolineato che resta incerto se le imprese vedranno benefici concreti.
L’Unione Europea e altri partner commerciali, che avevano accettato concessioni per evitare dazi più pesanti, potrebbero ora rivedere le loro posizioni. La sentenza potrebbe anche influenzare futuri negoziati commerciali, rendendo più difficile per gli Stati Uniti esercitare pressioni attraverso minacce tariffarie.
La bocciatura dei dazi Trump segna un momento cruciale nella definizione dei limiti presidenziali in materia economica. Se la Corte Suprema confermerà la decisione, si aprirà una nuova fase nella politica commerciale americana, più vincolata al controllo del Congresso e meno soggetta all’arbitrio dell’esecutivo. Per ora, il futuro dei dazi resta incerto, ma il dibattito è destinato a intensificarsi.