
Fonte foto: Scuola Usato
Caro scuola: l’inflazione colpisce libri e cancelleria, aumentando i costi per le famiglie italiane. Strategie e soluzioni per risparmiare.
Settembre, per milioni di famiglie italiane, non è solo il mese del rientro dalle vacanze, ma anche quello del ritorno sui banchi. E con esso, arriva puntuale la stangata del caro scuola. Tra libri di testo, quaderni, penne e zaini, il bilancio familiare subisce un colpo sempre più duro, complice un’inflazione che non accenna a rallentare.
Libri scolastici: il capitolo più oneroso
Secondo le ultime rilevazioni dell’Unione Nazionale Consumatori, i prezzi dei libri scolastici sono aumentati in media del 2,8% rispetto al 2024, ma il dato è ancora più allarmante se si guarda agli ultimi tre anni: +11,9% rispetto al 20222. Le scuole superiori sono le più colpite, con manuali obbligatori, dizionari e testi “facoltativi” che spesso diventano indispensabili.
Il problema non è solo il prezzo, ma anche la frequente adozione di nuove edizioni, spesso con modifiche minime, che impediscono il riutilizzo dei volumi usati. Questo meccanismo alimenta il caro scuola e rende difficile per le famiglie risparmiare.
Cancelleria: rincari silenziosi ma costanti
Se i libri rappresentano la spesa più visibile, la cancelleria è quella più subdola. Penne, matite, evidenziatori e quaderni hanno registrato aumenti significativi: +6,9% in un solo anno, +24,2% rispetto al 20213. Anche un semplice quaderno può arrivare a costare 2 euro, mentre gli astucci griffati toccano i 40 euro.
Zaini e diari non sono da meno: i modelli più richiesti dai ragazzi, spesso dotati di accessori hi-tech, superano i 200 euro. Il caro scuola si insinua anche nei dettagli, rendendo ogni acquisto un potenziale salasso.
Un impatto sociale profondo
Il caro scuola non è solo una questione economica, ma anche sociale. Secondo Codacons, la spesa media per studente ha superato i 1.300 euro. Per le famiglie con più figli, settembre diventa una vera prova di tenuta finanziaria. Alcuni studenti iniziano l’anno scolastico senza tutti i libri, o con materiale di qualità inferiore, alimentando una scuola a due velocità.
L’accesso all’istruzione, teoricamente garantito, rischia di trasformarsi in un lusso. Il diritto allo studio si scontra con la realtà dei rincari, mettendo in difficoltà soprattutto i nuclei con reddito medio-basso.
Strategie di risparmio: tra usato e digitale
Nonostante il quadro critico, esistono soluzioni per contenere il caro scuola. Il mercato dell’usato è una risorsa preziosa: librerie specializzate e gruppi social permettono di risparmiare fino al 50%. Alcune app consentono di confrontare i prezzi dei libri inserendo il codice ISBN, facilitando la ricerca del miglior affare.
Gli e-book rappresentano un’alternativa interessante, con prezzi inferiori fino al 20% rispetto al cartaceo. Tuttavia, la loro adozione è ancora limitata, spesso per la scarsa disponibilità delle scuole ad accettare dispositivi digitali.
Si affaccia anche il modello del noleggio: le famiglie ricevono i volumi per l’anno scolastico e li restituiscono a fine corso. Una formula già diffusa in ambito universitario, che potrebbe presto trovare spazio anche nelle scuole superiori.
Le richieste al governo
Le associazioni dei consumatori chiedono interventi urgenti. L’UNC propone di eliminare il tetto massimo del 15% sugli sconti dei libri scolastici, definendolo una “tassa occulta”3. Inoltre, si chiede di azzerare l’IVA sui testi e di potenziare le detrazioni fiscali, già previste fino a 1.000 euro per figlio.
Conclusione
Il caro scuola è ormai una realtà strutturale, alimentata da dinamiche editoriali, scarsa concorrenza e inflazione. Serve un cambio di rotta, che metta al centro il diritto allo studio e tuteli le famiglie. In attesa di riforme, il risparmio passa per l’ingegno: tra usato, digitale e acquisti mirati, ogni euro risparmiato è una piccola vittoria contro il caro scuola.
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