
Fonte foto: on. Mara Carfagna
Mara Carfagna al Corriere della Sera: una legge per difendere le donne dagli abusi digitali e dai deepfake sessisti
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ onorevole Mara Carfagna, segretaria di «Noi moderati», ha annunciato il deposito imminente di una proposta di legge alla Camera per contrastare la sottrazione e manipolazione sessista delle immagini private online. Un’iniziativa che nasce da una crescente urgenza, alimentata dai recenti scandali legati ai forum “Mia moglie” e “Phica.eu”, dove sono apparse anche immagini modificate della stessa Carfagna.
Un mercato nero dell’abuso sessista
Alla domanda della giornalista Maria Egizia Fiaschetti su come abbia reagito alla scoperta delle sue foto sul forum Phica.eu, l’on. Carfagna risponde con fermezza: “Non ho avuto modo di verificare, ma non era la prima volta”. La sua indignazione non è solo personale, ma si estende a tutte le donne vittime di simili abusi: “Ormai siamo di fronte a una sorta di mercato nero dell’abuso sessista… addirittura le mogli: raccapricciante”. Il fenomeno, secondo Carfagna, è nuovo e richiede risposte legislative altrettanto nuove.
Gli elementi innovativi della proposta
La proposta di legge si articola su più fronti. In primis, rafforza il diritto di proprietà delle immagini e della voce, per proteggerle dalla manipolazione, soprattutto in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale può essere facilmente strumentalizzata. “Oggi si intuiscono le insidie, ma sarà l’emergenza del futuro”, afferma Carfagna.
Un altro punto cardine è la definizione giuridica di deep fake, essenziale per distinguere tra contenuti autentici e manipolati. Per garantire questa distinzione, il disegno di legge introduce l’obbligo di watermark, una marcatura digitale visibile che certifichi l’artificialità del contenuto.
Contro l’anonimato e l’impunità online
Uno dei nodi più critici riguarda l’anonimato sul web. Carfagna propone un cambio radicale: “Non è più possibile che a regnare sul web sia l’anonimato”. La sua visione è chiara: chi partecipa alla vita digitale deve farlo “a viso scoperto”, proprio come nella vita reale. Per questo, la proposta prevede che le piattaforme social e i fornitori di servizi online adottino sistemi di identificazione certa, come lo Spid o la carta d’identità elettronica.
Inoltre, le piattaforme avranno l’obbligo di rimuovere tempestivamente i contenuti illeciti e di collaborare con l’autorità giudiziaria. In caso di inottemperanza, scatteranno sanzioni amministrative e responsabilità penale per i rappresentanti legali e dirigenti.
Una battaglia culturale oltre la legge
Infine, Carfagna sottolinea che il problema non è solo normativo, ma culturale. “La violenza contro le donne affonda le sue radici in una cultura profondamente sessista”. Pur riconoscendo i progressi legislativi degli ultimi vent’anni – dallo stalking al revenge porn – la segretaria di Noi moderati insiste sull’importanza dell’educazione al rispetto e all’affettività, da promuovere anche nelle scuole attraverso programmi strutturali.
L’intervista al Corriere della Sera mette in luce una proposta di legge ambiziosa e necessaria, che mira a tutelare la dignità delle persone nell’era digitale. Mara Carfagna si fa portavoce di una battaglia che non riguarda solo la politica, ma ogni cittadino e cittadina esposta al rischio di abuso online. Un passo deciso verso un web più sicuro, trasparente e rispettoso.