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Catturato il presunto killer di Charlie Kirk, è stato consegnato dal padre”
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’arresto di un sospettato per l’omicidio di Kirk, avvenuto il 10 settembre nello Utah. Lo ha fatto durante un’intervista all’emittente Fox News. “Credo, con un alto grado di certezza, che ce l’abbiamo. L’uomo è in custodia”, ha detto il capo della Casa Bianca. La persona sospettata dell’omicidio è Tyler Robinson, un 22enne dello Utah. Come riferito poco dopo dal governatore dello Stato, Spencer Cox, su uno dei proiettili inesplosi, rinvenuti insieme all’arma, era incisa la scritta “Bella Ciao”. Su altre cartucce non utilizzate sono state trovate frasi come “odio i fascisti”. Cox ha affermato inoltre che il killer avrebbe “confessato” o “fatto capire” a un amico di famiglia di essere il responsabile dell’omicidio.
“Sospetto omicida di Kirk consegnato dal padre”
Come spiegato da Trump, il sospetto è stato consegnato alla polizia “dal padre, un uomo di fede. Se sarà dichiarato colpevole, come immagino, spero che riceva la pena di morte”. L’arresto è avvenuto a Saint George, città di poco meno di 100mila abitanti a circa 400 chilometri a sud-est dalla Utah Valley University, il campus nel quale è avvenuto l’omicidio. Il padre ha identificato il figlio dalle foto diffuse dall’Fbi e ha chiamato un pastore per chiedergli aiuto. Lo hanno riferito le autorità in conferenza stampa, aggiungendo che il padre ha portato il figlio a una stazione di polizia perché si costituisse.
“Bella ciao”, l’inno mai cantato dai partigiani diventato un simbolo globale di protesta
Nonostante sia oggi percepita come “canzone partigiana” per eccellenza, Bella ciao non risulta essere mai stata realmente cantata dai partigiani durante la lotta di liberazione tra il 1943 e il 1945. Le sue radici affondano piuttosto nel repertorio popolare delle mondine emiliane e lombarde, che intonavano canti simili nei campi di riso. Solo nel Dopoguerra il brano venne adattato: la “versione partigiana” di Bella Ciao venne presentata solo nel 1947 al Festival mondiale della gioventù democratica di Praga, e da lì si diffuse in tutto il mondo nei circuiti della sinistra e del folklore politico. Ma solo nel 1953 il testo venne pubblicato per la prima volta, dalla rivista La Lapa, periodico di Rieti.
L’omicidio di Kirk e il dibattito sugli estremismi politici
L’omicidio di Kirk – ancora oggi oggetto di dibattito e ricostruzioni – ha acceso i riflettori sul ruolo della violenza politica nel nostro tempo. Kirk, noto per le sue posizioni politiche e per la sua capacità di dialogo tra mondi contrapposti, è stato ucciso in circostanze che molti analisti collegano all’ascesa di ideologie radicali, sia di destra che di sinistra.A livello globale, gli estremismi continuano a rappresentare una minaccia per la stabilità sociale.
Gli estremismi politici
L’estrema destra si manifesta spesso attraverso nazionalismo identitario, con la sovraesposizione di concetti popolari quali patria e famiglia. Gruppi di questa matrice hanno favorito un clima di divisione contro minoranze e oppositori politici. Dall’altra parte, l’estrema sinistra tende a canalizzare la propria rabbia contro le strutture economiche e il capitalismo globale, spingendo verso forme di protesta radicale che in alcuni casi degenerano in atti di sabotaggio o scontri con le forze dell’ordine. La verità è che ci troviamo in un periodo storico molto delicato ed urge la necessità di un cambio di vento atto a riportare equilibrio, sia da parte della comunicazione che da parte del mondo politico.
Episodi come questi vanno stigmatizzati sempre e urgono prese di posizione chiare da ogni schieramento politico
Preoccupa e non poco l’atteggiamento che sulla vicenda stanno assumendo i mass media nostrani. Un silenzio quasi assordante che nasconde probabilmente verità scomode. Assurdo sentire in diretta televisiva frasi e considerazioni basate sul principio del “chi semina vento raccoglie tempesta”. Non esiste vento che possa giustificare tempeste simili. Gli uomini nascono liberi di vivere e pensare. Certo il dissenso politico, la libertà di critica, sono valori da tutelare. Il confronto anche acceso va salvaguardato. Ma non possiamo nel 2025 pensare che una violenza becera senza colore politico possa ancora trovare una qualche sorta di attenuante morale.