
Un gesto di amore, memoria e impegno civile. È stata inaugurata oggi, all’interno del Tribunale di Napoli, la “Stanza di Giulia”, uno spazio dedicato alle donne magistrate, avvocate e personale amministrativo che hanno bisogno di un luogo sicuro e riservato per allattare o accudire i propri bambini durante la giornata lavorativa. Un fascio di luce in un’epoca di ombre e chiaroscuri, dove sopravvivono a stento gentilezza e sensibilità, dove un gesto di amore e di cuore non fa più rumore.
In nome di Giulia…
L’iniziativa, finanziata dalla Cassa Forense e fortemente voluta dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, presieduto da Carmine Foreste, porta il nome di Giulia Tramontano, la giovane donna di Senago (Milano) uccisa nel 2023 mentre era al settimo mese di gravidanza. Un femminicidio, quello di Giulia, che ha scosso profondamente l’Italia, spezzando due vite ma accendendo una luce di consapevolezza e memoria collettiva. Una luce che non può e non deve spegnersi, soprattutto in un presidio di giustizia, quale deve essere, ad ogni costo, un Tribunale.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti i genitori e la sorella di Giulia, Chiara Tramontano:
«Giulia era una donna in carriera e questa stanza è un messaggio per tutte le donne come lei che fanno sacrifici per il lavoro e per non togliere niente ai figli. Chi bada al proprio figlio non mostra debolezza, ma forza e dedizione. Questa stanza dà la possibilità di dedicare tempo ai bambini anche in un luogo dove sembra non esserci spazio per loro».
La genesi dell’iniziativa…
Il progetto nasce come simbolo di forza femminile, equilibrio e dignità, ma anche come invito a rendere i luoghi di lavoro più umani e inclusivi. Un luogo di lavoro deve essere visto e vissuto come il simbolo della libertà e della capacità di autodeterminazione, non come l’ostacolo contro il quale trovano lo stop interessi e legittime ambizioni, i sogni ed i sacrifici di una vita. Nel 2025 troppo spesso assistiamo a discriminazioni, dirette ed indirette, verso intere categorie. E’ compito di ognuno di noi, costruire un presente, ma soprattutto un futuro, dove uomo collimi con umano, dove sogno, ambizione, dedizione, sforzo possano finalmente essere strumenti a disposizione di tutti.
La “Stanza di Giulia”…
…vuole rappresentare un segno concreto di attenzione verso le madri lavoratrici, spesso costrette a scegliere tra carriera e famiglia, e al tempo stesso un tributo a tutte le donne che ogni giorno affrontano le sfide della vita con coraggio e dedizione. Un’iniziativa che unisce memoria e futuro, ricordando Giulia non solo come vittima, ma come simbolo di forza e amore materno, affinché il suo nome continui a ispirare gesti di rispetto e civiltà. Trasformare una tragedia in un’opportunità, il dolore in speranza, il passato in futuro. Solo così Giulia potrà continuare ad essere ricordata, solo così le donne come Giulia troveranno pace, solo così una morte non sarà mai inutile…sebbene infinitamente dolorosa.
…troppo importante che tutto ciò sia nato proprio in un Tribunale
Nell’immaginario collettivo, in un’epoca dove scarseggia la fiducia nel mondo della giustizia, e nelle categorie che ogni giorno lo abitano, istituire proprio presso un Tribunale la sede di un’iniziativa encomiabile come quella in ricordo di Giulia, chiude un cerchio, restituendo speranza e fiducia proprio li dove colpevolmente spesso speranza e fiducia non hanno saputo fiorire. Proprio lì dove ogni giorno si combattono battaglie per i diritti e contro la violenza, prende forma un’oasi che restituisce attenzione, dignità ed umanità al lavoro femminile ed alla maternità. Prende vigore, così, il diritto ad essere madri senza dover rinunciare a nulla, e di poterlo fare in un ambiente che accoglie, non giudica.