
Aspettando il Nobel a Trump e Netanyahu: l’Occidente dei “sinceri democratici” pronto a santificare la golpista Machado
Oh, sì. Tenetevi pronti, gente. Presto sarà il turno del Nobel a Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Manca solo la cerimonia, magari con orchestra sinfonica e cori di “diritti umani” in sottofondo.
Nel frattempo, i “sinceri democratici” occidentali, quelli che si indignano a orologeria e sventolano la bandiera dell’umanità mentre spediscono armi al regime sionista, si preparano a festeggiare la nuova eroina della libertà: Maria Corina Machado, la “golpista gentile” del Venezuela.
La nuova santa del neoliberismo tropicale
Ah, la signora Machado! Icona scintillante delle copertine patinate, invitata nei salotti dove la parola popolo è sinonimo di “problema”.
Per conferirle il Nobel – dopo la consueta collezione di premi ben visibili e ancor più danarosi – i giurati avranno sicuramente esaminato il suo pedigree democratico e pacifista.
Un curriculum d’eccellenza, dove spiccano privatizzazioni selvagge, neoliberismo puro e una devozione totale a Washington.
Nel suo programma politico, infatti, le classi popolari venezuelane scorgono solo la fine del poco che resta: svendita delle risorse, sottomissione agli Stati Uniti e fame a volontà.
Non è un caso che nei barrios, per scacciarne il fantasma, sgranino rosari e invochino tutti i santi del calendario.
E fanno bene: perché quando Machado chiama in causa Trump, non chiede aiuto, ma attacchi armati.
Dimentica – o finge di dimenticare – che le bombe “trumpiste” non distinguono tra chavisti e oppositori: quando esplodono, esplodono per tutti.
Netanyahu come modello: Gaza come esempio
Ma non finisce qui.
La signora del sorriso neoliberale ha anche invocato il suo sodale Benjamin Netanyahu, invitandolo a “fare col Venezuela ciò che ha fatto con Gaza”.
Un’ispirazione edificante, senza dubbio, per chi aspira a ricevere il Nobel per la Pace: la pace del cimitero, quella che non disturba più nessuno.
E poi, ciliegina sulla torta, il sodalizio con Javier Milei, l’uomo della motosega, il fanatico che si autoproclama profeta del libero mercato mentre taglia i diritti del popolo argentino.
Machado, da parte sua, lo chiama “fratello”.
Un’Internazionale del caos, una nuova confraternita del neoliberismo armato, che trasforma la parola “democrazia” in una caricatura.
La Carta di Madrid: l’Internazionale dei nuovi fascismi
Non dimentichiamolo: Maria Corina Machado è una delle fondatrici della Carta di Madrid, il manifesto politico dei nuovi reazionari globali.
Un club esclusivo dove siedono Vox, Le Pen, Bolsonaro, Meloni e altri campioni dell’intolleranza.
Un’Internazionale nera che si proclama difensore della libertà mentre scava, pala dopo pala, la fossa delle classi popolari.
È questa la nuova “democrazia occidentale”:
una sfilata di doppi standard, dove chi bombarda, occupa e privatizza diventa automaticamente “liberatore”.
E dove chi resiste all’assalto neoliberista è marchiato come “dittatore”.
La pace secondo l’Occidente
Così, nell’epoca dei Nobel alla rovescia, la pace non è più un ideale, ma un’operazione di marketing.
Trump, Netanyahu, Machado, Milei e compagnia cantando: il quartetto dell’apocalisse democratica.
E l’Occidente, con la sua narrazione levigata, applaude in piedi.
La pace sarà pure in buone mani — ma sono mani fredde, immobili, da sepolcro per le classi popolari.