
Fonte immagine: City Notizie
Il “Vernacoliere”, mensile satirico in vernacolo toscano, o, meglio, livornese, chiuderà i battenti dopo l’edizione di Novembre. Lo ha annunciato su Facebook Mario Cardinali, direttore del giornale. Di seguito quanto apprendiamo da Rainews.
Il Vernacoliere chiude, colpa della crisi dell’editoria cartacea
Così Rainews: “La decisione, definita una “pausa di riorganizzazione” in attesa di “tempi migliori”, è motivata dalla crisi dell’editoria cartacea, dall’avanzata del digitale e dalla stanchezza personale di Cardinali. Il direttore a 88 anni si dice “un po’ stanchino”. Tuttavia, spiragli di speranza arrivano da iniziative locali, come quella proposta dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, per rilanciare il giornale.”
La storia del mensile satirico
Fondato nel 1961 come Livornocronaca, il periodico nasce come settimanale di controinformazione libertaria, con un focus sulla realtà locale di Livorno. Tra il 1961 e il 1969 è un punto di riferimento per il dibattito cittadino. Si trasforma poi in un quindicinale fino al 1972, quando diventa mensile con il sottotitolo Il Vernacoliere. È nel 1982 che il giornale assume la sua identità definitiva, abbandonando il nome Livornocronaca e abbracciando pienamente la satira in vernacolo livornese. Gli articoli, le vignette e i fumetti ne fanno un unicum nel panorama editoriale italiano. Sotto la guida di Mario Cardinali, il mensile raggiunge una tiratura media di 25.000 copie. Queste vengono distribuite non solo in Toscana, ma anche in Umbria, Liguria, Emilia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e all’estero tramite abbonamenti. Le sue locandine, celebri per il linguaggio dissacrante e i giochi di parole, diventano un simbolo di libertà espressiva, senza mai cedere a finanziamenti pubblici o pubblicità.
L’addio su Facebook
“Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali”, scrive l’88enne direttore, ammettendo che, dopo 65 anni di attività, il peso dell’età si fa sentire: “Il cervello è sempre vispo, ma sottosotto ciondola”. Tuttavia, la crisi non è solo personale. La “crisi sempre più profonda della carta” è un fattore determinante. Le edicole chiudono a migliaia, i costi di produzione superano gli incassi e il pubblico, sempre più orientato al digitale, “scrolla invece di sfogliare”. Cardinali sottolinea anche la difficoltà di mantenere un giornale che ha sempre vissuto di sole vendite, senza sovvenzioni o inserzioni pubblicitarie, in un contesto in cui i quotidiani spesso dipendono da finanziamenti statali o si riducono a “bollettini di Stato o di Partito”. A questo si aggiunge il problema della successione: trovare un direttore con il carisma e la stima necessari per guidare una redazione di “ultimi giapponesi della satira” non è impresa facile, come ricorda Cardinali citando Max Greggio, storico collaboratore.
Le reazioni dei grandi lettori
Giampaolo Marchini, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, ha definito Il Vernacoliere “uno spazio di libertà e di satira unico nel panorama editoriale italiano”, auspicando che la pausa sia breve. Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha espresso il suo sostegno, definendo il giornale “un pezzo fondamentale della cultura toscana” e annunciando un incontro con Cardinali per valutare possibili forme di supporto. Ancora più concreta l’iniziativa del sindaco di Livorno, Luca Salvetti, che il 17 ottobre ha lanciato l’operazione “Avanti Vernacoliere”. L’idea prevede una grande mostra con eventi collegati per rilanciare l’impegno della città e dei lettori, con l’obiettivo di attrarre nuovi abbonati e mantenere viva l’esperienza del giornale. “Questa avventura non poteva esaurirsi in questo modo”, ha dichiarato Salvetti, sottolineando l’importanza de Il Vernacoliere come simbolo della “livornesità” e della satira italiana.