
Fonte foto: Ufficio stampa Rai
Tre storie di altruismo, cultura e iniziativa personale nel ricordo di Maria Grazia Capulli, dieci anni dopo: esperienze virtuose che continuano a ispirare.
A dieci anni dalla sua scomparsa, Tutto il bello che c’è dedica la puntata del 23 ottobre a Maria Grazia Capulli, giornalista e volto gentile della televisione italiana, riproponendo uno dei suoi primi servizi per la rubrica. In onda alle 13.30 su Rai 2, il programma celebra il suo stile inconfondibile: raccontare il bene, dare voce alle esperienze virtuose, offrire una boccata di serenità a chi guarda.
Il servizio scelto è quello su Roma Altruista, realtà di volontariato che Maria Grazia raccontò con delicatezza e passione. A distanza di dieci anni, questa iniziativa non solo esiste ancora, ma è più viva che mai: segno che il bene, quando seminato con autenticità, continua a fiorire. Maria Grazia amava dire che il suo obiettivo era “strappare un sorriso”, e in effetti, ogni sua parola era un invito alla speranza.
Calabria con i miei occhi: bellezza, inclusione e memoria
La seconda storia ci porta in Calabria, terra di spiritualità e paesaggi interiori. Calabria con i miei occhi è una mostra e una pubblicazione che propongono un viaggio emozionante tra santuari, eremi e cappelle rupestri. Ma il cuore del progetto è l’inclusione: giovani modelli autistici, ritratti con abiti di stilisti contemporanei, rafforzano il legame tra tradizione e modernità.
Le immagini raccontano la Calabria attraverso uno sguardo nuovo, capace di cogliere l’essenza dei luoghi e delle persone. È un progetto che unisce arte, territorio e dignità, sostenuto da enti locali e associazioni culturali. Un esempio concreto di come la cultura possa diventare strumento di coesione sociale e riscatto.
Le stanze di fuga: gioco, emozione e spirito di squadra
La terza storia è quella di Alberto D’Annibale, che a vent’anni ha avuto l’intuizione di investire nelle “stanze di fuga”, ambientazioni ispirate ai film più amati, dove i partecipanti devono risolvere enigmi per uscire. Un’esperienza immersiva che unisce divertimento, collaborazione e gestione delle emozioni.
Dietro le quinte, Alberto osserva e coordina. Le sue stanze non sono solo un gioco, ma una palestra relazionale: si impara a fare squadra, a comunicare, a fidarsi degli altri. Il progetto ha avuto successo anche in ambito scolastico e aziendale, trasformando il gioco in uno strumento formativo. Un esempio di come l’iniziativa personale, quando guidata da passione e visione, possa generare impatto positivo.
Il lascito di Maria Grazia Capulli
Tre storie diverse, un unico filo rosso: l’idea che raccontare il bene sia un atto civico. Maria Grazia Capulli lo aveva capito prima di molti, e il suo stile giornalistico continua a ispirare. Tutto il bello che c’è non è solo una rubrica, ma una visione: quella di un giornalismo che non si limita a informare, ma che eleva, che costruisce, che semina.
Che si tratti di volontariato, arte inclusiva o imprenditoria creativa, ciò che accomuna queste realtà è la capacità di generare bellezza, di costruire legami, di dare forma al bene. E in un mondo che spesso corre troppo veloce, fermarsi a raccontarle è già un gesto di resistenza.