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A Milano, il 25enne pachistano che ieri pomeriggio si è scagliato contro un gruppo di turisti americani, tutti ebrei ortodossi, andrà in carcere. I turisti erano in attesa di prendere un treno nei pressi della banchina 8, alla stazione Centrale di Milano. A decidere la convalida dell’arresto è stata la giudice delle direttissime, Sofia Fioretta. Lo ha fatto per “la gravità della condotta, per l’efferatezza e la totale assenza di resipiscenza”. L’accusa è di lesioni aggravate dall’odio razziale.
Milano, chi è il pakistano
L’artefice dell’aggressione è in Italia da tre anni e senza fissa dimora. Il 25enne ha ammesso quanto gli viene contestato, comprese le minacce e le offese di tipo razziale in lingua italiana. Il giovane avrebbe aggredito con violenza un uomo del gruppo. Alcuni viaggiatori presenti hanno cercato di intervenire per proteggere l’aggredito. Chiamato dalle persone presenti, un addetto alla sicurezza di FS Security ha segnalato quanto stava accadendo alla Centrale Operativa di Polfer. Le pattuglie della Polizia Ferroviaria, poco distanti, sono intervenute subito e hanno bloccano l’aggressore.
Dalle minacce alla violenza fisica
Dalla visione delle telecamere di videosorveglianza i poliziotti hanno verificato che l’uomo, alla vista del gruppo intento a controllare gli orari dei treni sul tabellone delle partenze, aveva prima cominciato a inveire contro di loro. Poi ha iniziato a colpire violentemente con pugni e calci la vittima, fino a ferirlo al capo. Il ferito è stato portato all’ospedale Fatebenefratelli ma non sarebbe in condizioni gravi. Un agente della Polfer ha ricostruito così quanto accaduto: “Intorno alle 13 è stato notato un uomo che sferrava calci e pugni con un anello in pugno a un soggetto con abiti tipici della comunità ebraica. Nel frattempo urlava in italiano ‘ebrei di m… voi ammazzate i bambini in Palestina e io vi ammazzo’. Quando è stato portato nei nostri uffici ha continuato a gridare ‘Allah Akbar’ e ci ha consegnato l’anello”.
L’avvocato difensore chiede una pena meno afflittiva
Rispondendo alle domande della giudice, il 25enne ha affermato di frequentare regolarmente una moschea e di essere al momento in cerca di lavoro, dopo aver conseguito il diploma di terza media in Italia e aver fatto un’esperienza come operaio. Il difensore d’ufficio Gianluca Rozza aveva chiesto, “vista l’incensuratezza” dell’imputato, una “misura meno afflittiva”.
