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Questione fisco ed evasione, come scrive Il Mattino, “Adesso le amministrazioni pubbliche sottoporranno a controlli anche i dipendenti con stipendi compresi tra 2.500 euro e 5mila euro per accertarsi che non abbiano debiti con il Fisco.”
Fisco e trattenuta sugli stipendi, la protesta dei sindacati
Gli statali in debito con il fisco vedranno da Gennaio prossimo trattenute sullo stipendio. Ancora Il Mattino: “La Uil Pa ha appena diffuso una nota in cui definisce l’intervento «un attacco agli statali». Quasi duecentomila dipendenti pubblici rischiano ora di vedersi pignorare lo stipendio.” In effetti “i lavoratori della Pa che si trovano nella fascia di stipendio compresa tra 2.500 e 5mila euro e che risulteranno inadempienti all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle subiranno a partire da gennaio una trattenuta dello stipendio, da parte dell’Agenzia della Riscossione, pari a un settimo della retribuzione. Insomma, dovranno rinunciare al 14% del loro salario mensile finché il debito non sarà estinto.”
Quanto recupererà lo Stato
Sempre a quanto scrive il quotidiano napoletano “il governo conta di recuperare in questa maniera 36 milioni di euro già nel 2026. «Nel Paese ci sono 22,8 milioni di contribuenti indebitati col Fisco, per un totale di 1.274 miliardi di euro non riscossi, ma la stretta si concentra sugli statali mentre il resto dell’iceberg di crediti resterà per sempre sott’acqua», denuncia Uil Pa. La stretta, prevista dalla legge di Bilancio 2025 e confermata dall’articolo 144 del decreto legislativo n°33 del 24 marzo 2025, secondo le stime del ministero dell’Economia impatterà su 180mila dipendenti pubblici che non sono in regola con i pagamenti verso l’Erario e che guadagnano più di 2.500 euro al mese.”
Le decurtazioni salariali
Sarebbero circa trentamila, sempre secondo i calcoli del Mef, gli statali con cartelle non pagate per oltre 5mila euro e con una retribuzione mensile di 3.500 euro. Chi tra loro non avrà regolarizzato la propria posizione fiscale entro gennaio rischia di subire un prelievo in busta paga di 500 euro l’anno prossimo. Per chi guadagna 2.500 euro la decurtazione sarà di 175 euro. Gli statali morosi con 3mila euro di stipendio mensile perderanno 210 euro al mese. A quelli con una busta paga di 4mila euro al mese ne verranno tolti 280 e 350 a chi ne percepisce quasi 5mila.
La rottamazione quinquies
I morosi potranno regolarizzare la situazione fiscale entro Gennaio 2026, ma la legge di bilancio mette a disposizione anche la rottamazione. “Chi inoltrerà la domanda per aderire alla nuova definizione agevolata delle cartelle avrà diritto a dei benefici immediati: una volta presentata l’istanza non potranno essere avviate infatti nuove procedure esecutive come fermi, ipoteche e pignoramenti. C’è tempo fino al 30 aprile 2026 per chiedere di accedere alla sanatoria prevista dalla legge di Bilancio 2026.”
