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La notizia, riportata anche dal Tgcom 24, è di questi giorni e, anche se può sembrare paradossale, é in realtà tristemente concreta e reale. I giovani di oggi, sebbene costantemente connessi con il mondo intero, in realtà sono sempre più soli, lontani dalla realtà, isolati in un pericoloso mondo parallelo, che li tiene lontani da sentimenti ed emozioni vere, in preda ad ansie e solitudine. Ed è così che in questi voragini emotive si cala l’intelligenza artificiale, come una psicologa surrogata, un’amica, un tentativo estremo di chiedere supporto, sostegno e fiducia.
Ecco alcuni dati…
I giovani utilizzano sempre di più chatbot e strumenti digitali. Il 30,9% usa l’Ia tutti i giorni o quasi, il 43,3% alcune volte a settimana e solo il 7,5% non la utilizza mai. La distanza con gli adulti è marcata: oltre il 50% degli over 18 non ricorre a strumenti di intelligenza artificiale. Tra gli adolescenti, i chatbot rappresentano l’opzione preferita (68,3%), seguiti dagli strumenti di traduzione (42,5%) e dagli assistenti vocali (33,3%). Una quota più contenuta, pari al 9,3%, utilizza chatbot relazionali pensati per simulare una presenza continuativa. Gli studenti indicano come motivazioni principali la ricerca di informazioni (35,7%) e il supporto nello studio (35,2%), ma quasi uno su cinque usa l’Ia per scrivere testi e il 21,4% per attività ludiche. Una parte minoritaria, pari al 7,1%, ricorre all’Ia per migliorare il proprio benessere emotivo.
I giovani si rifugiano nell’ IA, perché …
La fascia di età dove il fenomeno si è radicato é quella fascia di età, forse la più delicata, che va dai 15 ai 19 anni circa. Ma perché proprio a questa età ? Difatti tutti abbiamo vissuto quella fase della vita di reale formazione, dove si decide il proprio futuro, dove incertezze ed insicurezze si insinuano, l’età dove fanno la comparsa i primi amori, le amicizie che poi durano per la vita, ma anche le prime delusioni cocenti ed i primi tradimenti. É questa costante ricerca del proprio equilibrio psicologico che poi può creare confusione, smarrimento, ed in caso di assenza di punti di riferimento, la ricerca spasmodica di altri punti di riferimento a cui appoggiarsi, non importa di quale natura.
…la ricerca di sostegno
Spesso i giovani di oggi, emarginati da un mondo che corre, che non è capace di trasmettere sicurezze, orfani di esempi, privi dei valori di una volta, si rifugiano in un mondo parallelo dorato incapace di giudicare, di puntare il dito, di mettere pressioni. Si cerca quindi la strada alternativa, la scorciatoia che devia dal percorso, capace di farti raggiungere la meta senza dover affrontare ostacoli, senza sforzi, ma spesso in netto anticipo, forse troppo presto. Oggi la vita è molto più complessa, variegata, difficile da comprendere. Il grande assente così è il sogno unitamente alla capacità di viaggiare con la fantasia, vedendo un film, leggendo un libro, parlando con i genitori, con gli amici.
Le cattivi abitudini dei giovani di oggi
Oggi i ragazzi non hanno abitudini culturali, non leggono, perlopiù non frequentano musei, mostre, non vanno a teatro. Tutto ciò non porta solo ad un evidente e forte impoverimento culturale ma anche ad un depotenziamento dello spirito emozionale che li dovrebbe guidare ogni giorno. Pochi interessi, scarsa curiosità contribuiscono alla creazione di un mondo parallelo, immaginario, ideale ma non reale, accrescendo instabilità emotiva, stato di ansia e di agitazione, disillusione, disabitudine al bello, alla valorizzazione di ciò che ci è stato donato da Dio e dai nostri avi. Incapacità relazionale quindi, incapacità a connettersi con le persone senza la mediazione di strumenti digitali ed informatici.
Il dialogo con i giovani …
Sembra banale ma oggi manca la capacità di dialogare con un mondo che presenta vari, troppi cassetti inesplorati. Forse manca la capacità, forse la volontà. Causa di questa assenza però non può essere addebitata solo ai ragazzi o ai loro genitori. La causa di questa assenza é da ricerca nella società di oggi che valorizza, troppo, la corsa al potere, al denaro, che dà troppa importanza all’immagine e poco, spesso nulla, al contenuto. In fondo basterebbe poco, un non nulla, per dare ad ogni cosa il giusto valore, la corretta funzione. Società, genitori, ad ognuno il proprio ruolo. Che ben vengano certamente le tecnologie che possono migliorare la vita su ognuno di noi ma non potranno mai sostituirla.
