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Un riconoscimento alla deputata M5S per l’impegno civile e legislativo contro la mafia
Un riconoscimento che porta con sé il peso della memoria e la forza della testimonianza civile. L’onorevole Stefania Ascari, avvocata, femminista e portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, ha ricevuto il Premio Antimafia al Femminile, dedicato a Francesca Serio, la madre che, dopo l’uccisione del figlio da parte della mafia, ebbe il coraggio di denunciare apertamente i responsabili, diventando la prima donna a schierarsi pubblicamente contro la criminalità organizzata.
Ascari ha condiviso la notizia sui suoi canali social con parole di profonda gratitudine e responsabilità: “Sono onorata di ricevere il Premio Antimafia al Femminile, dedicato a Francesca Serio, una madre che dedicò la sua vita alla ricerca della verità e della giustizia. La sua testimonianza rimane un esempio luminoso di resistenza civile e di lotta alla criminalità organizzata.”
La forza di un’eredità civile
Il premio non è soltanto un riconoscimento personale, ma un invito a proseguire un percorso di impegno politico e culturale. Francesca Serio, ricordata come “la madre coraggio”, rappresenta ancora oggi un simbolo di dignità e determinazione. La sua scelta di denunciare apertamente i mafiosi che avevano ucciso il figlio Salvatore Carnevale, sindacalista impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori, segnò una svolta storica: per la prima volta una donna si schierava pubblicamente contro la mafia, rompendo il silenzio e l’omertà.
Ascari ha sottolineato come questo esempio continui a illuminare il cammino di chi oggi combatte la criminalità organizzata: “Per me questo riconoscimento rappresenta un importante incoraggiamento a proseguire, con determinazione e senso di responsabilità, il lavoro che porto avanti dentro e fuori il Parlamento.”
La mafia che cambia volto
Nelle sue dichiarazioni, l’onorevole ha ricordato che la mafia non è stata sconfitta, ma continua a evolversi, a comunicare e a insinuarsi nei territori e nelle istituzioni. È un monito che richiama alla necessità di non abbassare la guardia e di rispondere con strumenti sempre più efficaci.
“La mafia non è sconfitta, ma continua a evolversi, a comunicare e a insinuarsi nei territori e nelle istituzioni. Per questo dobbiamo rispondere con leggi forti, con la cultura e con un impegno costante e diffuso per la legalità. Perché solo insieme possiamo sconfiggere la mafia.”
Queste parole racchiudono una visione che va oltre la dimensione legislativa: la lotta alla mafia non si esaurisce nelle aule parlamentari, ma richiede un impegno diffuso, una cultura della legalità che permei scuole, associazioni, comunità locali.
Un percorso di impegno politico e sociale
Stefania Ascari è nota per il suo lavoro nelle Commissioni Giustizia, Antimafia e Femminicidio, e per essere stata prima firmataria della Legge Codice Rosso, una normativa che ha rafforzato gli strumenti di tutela per le vittime di violenza domestica e di genere. La sua attività parlamentare si intreccia con una visione femminista e con la convinzione che la giustizia debba essere non solo un principio astratto, ma una pratica quotidiana di protezione dei più vulnerabili.
Il Premio Antimafia al Femminile, dunque, si inserisce in un percorso coerente con la sua storia personale e politica: un riconoscimento che non celebra soltanto il passato, ma che richiama alla responsabilità di costruire un futuro libero dalle mafie e dalle violenze.
Il ringraziamento agli organizzatori
Ascari ha voluto esprimere un sincero ringraziamento al Comitato organizzativo e agli amici dei Nebrodi, in particolare al professor Fabio Cannizzaro, per averle attribuito questo prestigioso premio. Un gesto che testimonia la vicinanza di territori che hanno conosciuto la durezza dello scontro con la criminalità organizzata e che continuano a rappresentare avamposti di resistenza civile.
Un premio che diventa impegno collettivo
Il valore del Premio Antimafia al Femminile non si esaurisce nella celebrazione di una figura politica, ma diventa occasione per rilanciare un messaggio collettivo: la mafia si combatte con la forza delle leggi, ma anche con la cultura, con l’educazione, con la memoria.
La storia di Francesca Serio e il riconoscimento a Stefania Ascari si intrecciano in un filo che lega passato e presente, memoria e azione. È un invito a non dimenticare e a trasformare la gratitudine in responsabilità.
In un tempo in cui la mafia muta linguaggi e strategie, la risposta deve essere altrettanto dinamica e radicata. La politica, la società civile, le istituzioni e i cittadini sono chiamati a un impegno comune. Solo così, come ricorda Ascari, “insieme possiamo sconfiggere la mafia”.
