A parlare è l’esperta Denise Albani, seconda la quale, il materiale biologico analizzato è di per sé sufficiente per poter attribuire il profilo genetico a una persona specifica. Intanto gli avvocati della famiglia Poggi si esprimono sulla perizia: “La nuova perizia non aggiunge nulla, l’unico dato certo è il rinvenimento del Dna di Stasi sulla spazzatura”. Difatti, la nuova perizia, depositata nell’incidente probatorio, riporta l dato secondo il quale il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi risulta compatibile con la linea maschile della famiglia Sempio. Tuttavia, gli esperti precisano che non è stato possibile individuare con certezza un singolo soggetto.
“Non si può dire se Dna era sotto o sopra unghie Chiara”
Inoltre, va specificato, che nella perizia si legge che, in merito alle tracce genetiche estrapolate dalle unghie di Chiara Poggi, “non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano; quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato)” e infine “quando sia avvenuta la deposizione” stessa.
Garlasco: limiti e cautele: perché non c’è una “sentenza genetica” in tasca
Nonostante la compatibilità, quindi, la perizia è chiara su un punto: non è possibile attribuire la traccia a un singolo soggetto. Anche dal punto di vista del profilo genetico lo stesso è definito come “aplotipo parziale misto, degradato e di bassa intensità”, non un profilo completo e “pulito”. Pertanto, il risultato ottenuto, pur rilevante dal punto di vista investigativo, non sembra avere la forza di una prova univoca e inoppugnabile, almeno se la si vuole interpretare come unica prova eventualmente a carico di Sempio, a supporto dell’accusa. Se, invece, la funzione di questo nuovo elemento deve essere quella di avere un elemento in più da inserire nella tesi accusatoria, il nuovo elemento ha sicuramente un importante valore.
Nuovo quadro d’indagine: DNA, impronte, alibi e movente
Il DNA sulle unghie si aggiunge ad altri elementi al vaglio della procura di Pavia: l’impronta (detta “impronta 33”) trovata nella villetta, lo scontrino del parcheggio di Vigevano, telefonate a casa Poggi in giorni sospetti, e la revisione dell’alibi di Sempio. Secondo alcune fonti, la procura avrebbe anche individuato un possibile movente per Sempio, dettaglio che potrebbe cambiare la direzione del fascicolo, dopo anni di archiviazioni e contestazioni. Ecco, se tutti questi elementi dovessero essere confermati, combinati con la nuova prova genetica, potrebbero rendere concreto il pericolo di un rinvio a giudizio per l’indagato.
Le critiche della difesa: rischio “artefatto” e prove fragili
La difesa di Andrea Sempio, attraverso i suoi avvocati (in particolare Liborio Cataliotti), ha contestato duramente la perizia. I legali definiscono i risultati come possibili “artefatti”, cioè dati falsi o comunque non affidabili , e invitano a non considerare queste analisi come una prova definitiva. Secondo la difesa, statistiche e calcoli di probabilità, basati su database limitati e su materiale degradato, non “valgono” quanto una prova certa: «quando vi sbandiereranno … che si è raggiunto un risultato certo, ricordatevi di queste mie parole», avverte Cataliotti.
Cosa significa oggi per il caso Garlasco
La perizia fornsice, oggi, dopo tanti anni, forse l’unica traccia genetica ricollegabile alla famiglia Sempio, ma attenzione ad attribuirle significato che vanno oltre ogni limite di ragionevolezza. Infatti, al tempo stesso, la fragilità tecnica delle prove (DNA degradato, compatibilità generica, mancanza di certezza sul momento e modalità del contatto) rende questo elemento debole se preso da solo.Il futuro del caso dipenderà molto dal valore che la procura e un eventuale giudice attribuiranno al corredo complessivo di “indizi + genetica + ricostruzioni”, non su una “sentenza genetica”.Se la procura deciderà di procedere, potremmo essere davanti a una svolta dopo quasi due decenni. Ma resta forte la possibilità che la difesa riesca a smontare l’impianto sulla base delle incertezze tecniche.
Conclusione: una speranza, ma niente certezze
La nuova perizia sul DNA rappresenta senz’altro un colpo di scena nel caso Garlasco che sembrava cristallizzato, in ogni caso vedremo gli sviluppi e cosa si deciderà di fare, in merito ad una vicenda che assume sempre di più i caratteri del surreale, a volte anche probabilmente del grottesco, a favore di una ricostruzione mediatica che assume i contorni di una telenovela, dove però a farne le spese sono le famiglie coinvolte e sconvolte dalla perdita.
