 
                Juventus: emergenza continua: infortuni, stanchezza mentale e mancanza di reazione
Quando Igor Tudor ha accettato la sfida, sapeva di trovare un ambiente complicato, ma forse nemmeno lui immaginava un contesto così difficile. Tra infortuni a catena, una rosa psicologicamente svuotata e una squadra incapace di reagire anche alle decisioni arbitrali più controverse, il tecnico della Juventus si è ritrovato a dover fare miracoli con poche armi a disposizione.
Colpe del passato, ma responsabilità attuali
Le difficoltà non nascono oggi. Sono figlie di gestioni tecniche, scelte di mercato e problemi strutturali che arrivano da lontano. Tudor, però, non ha mai cercato alibi. Ha provato a dare una scossa, a rimettere ordine, a chiedere intensità e orgoglio. Non sempre ci è riuscito, ma la volontà e la competenza non sono mai mancate.
Il futuro? Tocca alla società
Ora si avvicina il momento delle decisioni. Ripartire da Tudor significherebbe dare continuità a un’idea, a un lavoro iniziato in piena emergenza. Ma significherebbe anche offrirgli la possibilità di costruire, di scegliere, di incidere davvero.
La palla passa alla dirigenza, ma una cosa è certa: Tudor ha dimostrato di meritare rispetto. E, forse, una vera chance. Dall’inizio.
Osimhen alla Juventus?
Intanto Victor Osimhen sta per chiudere una proficua esperienza con il Galatasaray, ma il suo futuro sarà altrove. Ricordiamo gli aspetti contrattuali: il nigeriano ha un impegno con il Napoli in scadenza nel 2025, quindi manca poco più di un anno, e una clausola da 75 milioni valevole non per l’Italia. Ci sarebbe un’opzione rinnovo a favore del Napoli che farebbe aumentare l’ingaggio di Osimhen a 15 milioni netti a stagione, riteniamo improbabile che possa accadere. E quindi restiamo su scadenza 2026 con la necessità di trovare una soluzione. In questi giorni Osimhen ha deciso di aspettare la Juventus ed ha dato la priorità per un suo eventuale trasferimento al Club bianconero.

 
             
         
         
        
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