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In Turchia in scena oggi ci sarebbero i colloqui per una tregua nella guerra in Ucraina. Lo stesso Papa Leone XIV aveva invitato i “nemici” a parlarsi. Eppure, mentre il leader ucraino si dice disposto a tutto pur di giungere ad una tregua, dal Cremlino giunge un vento gelido sulle possibili trattative. Putin ha inviato ad Istanbul solo un suo consigliere.
Turchia, la squadra russa
Sicuramente al tavolo non solo non ci sarà il presidente russo ma nemmeno il suo ministro degli Esteri Sergey Lavrov che dal Washington Post veniva invece dato in partenza per la Turchia. l’ex ministro della Cultura Vladimir Medinsky, attuale consigliere del presidente Putin. Zelensky, invece, sarà accompagnato dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, dal ministro della Difesa Rustem Umerov, dal consigliere diplomatico Igor Zhovkva e dal ministroo degli Esteri Andrij Sybiha. Assente — dice un funzio nario Usa in serata — pure Donald Trump. Era stato lo stesso Zelensky a insistere perché il presidente americano partecipasse, sottolineando come avrebbe dato «un ulteriore impulso» alla visita diPutin. The Donald, mentre volava tra Riad e Doha, però non si era sbilanciato: «Non so se Putin verrà. So che gli piacerebbe che fossi lì. È una possibilità»
I temi dell’incontro
Ci saranno il capo della diplomazia americana Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff, mentre The Donald annuncia «ottime notizie forse per venerdì». I russi però tengono le carte ancora coperte. Il consigliere diplomatico di Vladimir Putin, Yuri Ushakov, dichiara di aspettarsi che saranno discusse questioni «politiche e tecniche» oltre che scambi di prigionieri. Al Cremlino non sembra importare nemmeno troppo che gli alleati europei di Kiev continuino a minacciare la Russia di «sanzioni massicce» e adottino un 17° pacchetto di provvedimenti contro le petroliere della «flotta fantasma» russa che consentono a Mosca di aggirare le restrizioni. E non importa nemmeno che il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, inviti Stati Uniti ed europei a «prepararsi a imporre sanzioni devastanti» per «prendere la Russia alla gola» e costringerla a cessare le ostilità in Ucraina. Il Cremlino tace e prende tempo.
Tra durezza e tentativi di mediazione
Mentre Parigi prosegue sulla linea della fermezza, prova a spingere per la mediazione il presidente brasiliano. «Ehi, compagno Putin, vai a Istanbul e negozia, per l’amor di Dio» è il messaggio che Luiz Inácio Lula da Silva vorrebbe recapitare di persona. Ragione per cui, di rientro da Pechino, tenta una sosta a Mosca da cui poi però riparte senza riuscire a vedere il leader russo. Prova anche papa Leone XIV che si è detto «a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi»
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