
Foto: EUROPEISTI
Sul Pil pro capite, a parità di potere d’acquisto, al netto dei colpi assestati da demografia e inflazione, arrivano buone notizie dall’Europa. Su questo terreno – riporta Il Sole 24 Ore – l’Italia è arrivata ora a pareggiare i conti con la Francia. Abbiamo cancellato una distanza nel prodotto per abitante che era del 10,1% nel 2020 e dell’8,8% nel 2015, ha quasi dimezzato lo “spread” con la Germania.
Pil Italia, differenziale dimezzato nei confronti della Germania
Il differenziale, infatti, è passato in cinque anni dal 24,3% al 13,9%, e ha ricucito i rapporti con la media dell’area Euro, da cui la separa un 5,9% invece del 10,7% del 2020 e del 9,4% registrato nel 2015. Dati non banali, anche se frutto – prosegue Il Sole – del confronto con un’area che, a partire proprio dalla Germania, non spicca certo per la vivacità della crescita. Una spinta forte è arrivata dall’aumento dell’occupazione, che ha macinato record negli ultimi due anni. Tuttavia suggeriscono i dati, l’occupazione zoppica nel peso specifico riassunto dalla quantità di prodotto per occupato. E, ultimo capitolo del riassunto, la strada che andrebbe percorsa per recuperare i danni generati dalla lunga stagnazione pre-pandemica è ancora molto lunga. Di fatti il peso economico (e quindi il benessere relativo) raggiunto dall’Italia 25, 20 o solo 15 anni fa resta lontanissimo. L’economia italiana vale il 15,7% di quella dell’Eurozona. Era il 15,3% nel 2020 ma nel 2000 era salita fino al 18,9%.
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