
Esonero Spalletti, la FIGC implode: Gravina nel caos a poche ore da Italia-Moldavia
Clamoroso in casa Italia. A poche ore dalla fondamentale sfida contro la Moldavia, arriva una notizia che scuote l’intero panorama calcistico nazionale: Luciano Spalletti è stato esonerato dal suo incarico di CT. La decisione, maturata in un clima di tensione crescente all’interno della FIGC, sarebbe stata comunicata direttamente dal presidente Gabriele Gravina, che nelle ultime settimane è apparso sempre più in difficoltà nella gestione della Nazionale e dell’intero movimento.
Una conferenza stampa saltata, uno spogliatoio spaccato
Tutto è iniziato con una conferenza stampa interrotta bruscamente da Spalletti, visibilmente infastidito da domande scomode e da un clima pesante che si respirava già da giorni. I rapporti con Gravina sembravano incrinati da tempo, ma nessuno si aspettava un epilogo così improvviso e irresponsabile. Alla vigilia di un match decisivo per la qualificazione al prossimo Mondiale, la FIGC getta la Nazionale nel caos.
Gravina al capolinea?
Gabriele Gravina continua ad agire come se il calcio italiano fosse cosa sua. Dopo anni di risultati deludenti, con due mancati Mondiali e una gestione federale discutibile, l’esonero di Spalletti sembra l’ennesimo atto di arroganza istituzionale. Invece di assumersi le sue responsabilità per il declino sistemico, il presidente scarica le colpe sull’allenatore. Un copione già visto, dove a pagare sono sempre gli altri, mentre la poltrona di chi comanda resta salda.
Il caos federale è totale: chi guiderà ora gli Azzurri?
In un momento così delicato, la Nazionale si ritrova senza guida. Nessuna figura tecnica è stata ancora annunciata. Si vocifera di una soluzione interna temporanea, ma l’intero ambiente appare spaccato e demoralizzato. I giocatori, secondo indiscrezioni, avrebbero appreso la notizia con stupore e amarezza, anche perché Spalletti aveva il sostegno dello spogliatoio.
Una gestione miope e dannosa per il calcio italiano
L’esonero di Spalletti, dopo appena pochi mesi dal suo incarico, è l’ennesima dimostrazione della mancanza di progettualità e visione a lungo termine da parte della Federazione. Invece di riformare il sistema e modernizzare le strutture, si continuano a fare scelte avventate, che minano la credibilità della Nazionale e l’intero movimento calcistico italiano.
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