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In Italia le ultime due società di un certo livello gestite da un unico Presidente e non da fondi stranieri sono il Napoli e la Lazio di Lotito. Tuttavia, quelle che inizialmente sembrano essere molte similitudini fra le due realtà del centrosud, in realtà, sono alquanto limitate, dal momento che si parla di gestione economica e piazze completamente diverse. Importanti economisti hanno infatti avuto modo di analizzare i bilanci tenuti da Lotito ed Aurelio De Laurentiis, spiegando come e perché hanno ottenuto negli anni, nonostante occupassero piazze tutto sommato simili, risultati così diversi, agli antipodi.
Oggi la Lazio, rispetto al Napoli…
La Lazio non ha sforato soltanto l’indicatore di liquidità, ma anche quello di indebitamento e quello del costo di lavoro allargato, ovvero che si sommano al costo del lavoro anche gli ammortamenti. Solo nel caso venga sforato l’indicatore di liquidità la legge prevede il blocco del mercato. Se viene sforato solo l’indicatore di liquidità ai club è consentito fare mercato a condizioni che gli acquisti siano pareggiati da altrettante cessioni. Nel caso vengano superati tutti e tre gli indicatori, il mercato viene bloccato per i club. Per la sessione estiva anche se la Lazio vendesse dei giocatori non potrebbe comunque comprarli. L’unico modo per la Lazio di superare questa falla è di immettere liquidità nelle casse della società che dubito la Lazio farà. A gennaio ci sarà la revisione di questo sistema poiché si entrerà in un meccanismo dove si uniformerà la normativa europea.
Ci sono due differenze tra il Napoli e la Lazio
La prima riguarda senza dubbio l’ampia disponibilità dei ricavi di cui il Napoli dispone rispetto a quello della Lazio. Tutti i club dipendono in maniera decisiva dai ricavi provenienti dalla qualificazione alla Champions League. Se nella gestione dei club, però, si può contare su una forma di ricavo più stabile come quelli commerciali, allora si può reggere il colpo. La Lazio ha un bacino di ricavi molto scarso dal punto di vista dai ricavi dello stadio e pochissimo dai ricavi commerciali.
L’altra fonte di ricavo per molti club è il player trading
Su questa il Napoli ha lavorato sempre in maniera spietata tanto da far arrabbiare i tifosi. Quando un giocatore è considerato all’apice del suo lavoro dalle richieste, il Napoli lo vende e acquista altri giocatori. Claudio Lotito ha cercato sempre di prolungare la permanenza dei giocatori e non è una buona prassi dal punto di vista economico perché i giocatori sono capitali che ad un certo punto si sgretolano.
La differenza fra Lotito ed Adl
Il primo ha sgretolato negli anni completamente il legame fra la società e l’ambiente alzando un muro invalicabile con la tifoseria. Certi principi, che solo apparentemente sembrano collimare con quelli del Presidente azzurro, hanno reciso il filo che lega la passione laziale alla società. Ad oggi i laziali lamentano l’impossibilità di poter sognare. Il blocco del mercato, difatti, non si spiega nell’ambiente capitolino, un blocco subito nonostante una gestione finanziaria apparentemente certosina ma che evidentemente non ha saputo creare fondi, plusvalenze, risorse. Se a questo si aggiunge una drammatica incapacità empatica di Lotito che lo ha reso inavvicinabile, distaccato, antipatico alla massa, si spiega benissimo ciò che oggi a Roma vivono sulla propria pelle, ossia disillusione, malinconia per i tempi di Cragnotti, depressione sportiva.
Il Napoli faro di speranza e luce per il calcio italiano
Aurelio De Laurentiis ha ereditato una situazione patrimoniale della società che rasentava lo zero assoluto. Una società fallita, che ripartiva dalla C, senza neanche i palloni, una tabula rasa sopra la quale ricominciare a disegnare tutto, economia ma anche nuove relazioni con ambiente e tifoseria. Pian piano ha costruito un club ramificato capace di autodeterminarsi ed autogestirsi. Un club che oggi ha enormi risorse oltre ad una gestione limpida che costituisce un esempio da seguire nel panorama nazionale ed europeo. Ma vi è di più. Il presidente ha saputo rieducare la piazza, che dopo vari mugugni iniziali, ha finalmente capito ed imparato la filosofia del club, allineandosi ai principi che oggi la guidano. Scudetti, coppe e partecipazione praticamente costante alle competizioni europee, hanno trasformato il vecchio club dando a tutto l’ambiente un entusiasmo tale capace di guidare non solo il club, ma tutta la città.
Napoli primo in Europa per sostenibilità finanziaria
Quest’oggi è arrivata una notizia magnifica per ogni tifoso del Napoli e, ovviamente, la società campana. Il club ha raggiunto un altro primato importante, a seguito della classifica 2025 di Off the Pitch – servizio di business intelligence che offre strumenti di analisi su dati – per sostenibilità finanziaria. La classifica è basata su diversi criteri economico-finanziari: margine EBITDA (percentuale che indica quanto un’azienda guadagna rispetto al fatturato); rendimento degli attivi che indica quanto profitto genera l’azienda per ogni euro di attivo posseduto; margine sul capitale proprio, che misura invece rapporto tra risultato netto – utile o perdita – e il capitale proprio.
Il Napoli può gioire perché si trova al comando in Europa
Dopo il punteggio ponderato emerso fuori. 26.2 il punteggio ponderato raggiunto dal Napoli, grazie ad un 30,6% per quanto riguarda il margine EBITDA, 17.0% sul rendimento degli attivi e, infine, il 29.1% per quanto riguarda il margine sul capitale proprio.
