
Fonte immagine: trasporti-italia.com
Andrea Russo è il 35enne che si è tolto la vita risucchiato dal rotore di un aeroplano. È entrato nell’aeroporto di Orio al Serio e ha eluso i controlli di sicurezza. E’ riuscito ad arrivare indisturbato sulla pista dove l’Airbus A319 della compagnia Volotea era pronto al decollo. La scena vista da diversi passeggeri è stata terribile. Andrea Russo finisce risucchiato dal motore dell’aereo. Un gesto volontario, come confermato anche da diversi testimoni. Questi hanno riferito di aver visto il 35enne di Calcinate lanciarsi nel motore sinistro del velivolo. Tanti i punti interrogativi della vicenda. I riflettori sono stati puntati sui livelli di sicurezza dello scalo in provincia di Bergamo, considerato il terzo aeroporto d’Italia.
Andrea Russo e l’arrivo in aeroporto
La polizia di frontiera e la procura di Bergamo ha riferito che, poco dopo le 10.30 di martedì 8 luglio, Russo ha raggiunto il piazzale antistante l’aeroporto al volante della sua Fiat 500 rossa. Ha abbandonato la stessa poi al centro del parcheggio. Il 35enne è poi entrato nell’area degli arrivi, che si trova al pianterreno, e senza un biglietto o un tesserino dello staff, in pochi istanti è riuscito a raggiungere la pista da cui partono i voli, probabilmente utilizzando una porta d’emergenza. Lo staff dell’aeroporto e la polizia hanno provato invano a inseguirlo, ma Russo si sarebbe scagliato come una furia contro l’Airbus. E’ stato quindi risucchiato dal motore posto sul lato sinistro. Come detto, diversi testimoni lo hanno visto lanciarsi volontariamente, motivo per cui al momento l’ipotesi più accreditata è quella del suicidio. Inoltre, chi lavora in aeroporto sa che è vietato transitare dal retro dei motori degli aerei. Quando questi sono in azione hanno una potenza tale da risucchiare anche oggetti più grandi e pesanti di un essere umano.
Lo sgomento dei passeggeri
L’episodio ha sconvolto i passeggeri che hanno assistito alla scena e tutta la comunità aeroportuale, come confermato attraverso una nota da Giovanni Sanga, il presidente di Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio al Serio. Così ha detto il presidente: “Esprimo il mio personale cordoglio e quello della società ai familiari della vittima, a cui siamo vicini in questo terribile momento. Fin da subito, oltre ad avere assicurato l’immediata gestione dell’emergenza e l’assistenza ai passeggeri e all’equipaggio, abbiamo rivolto la nostra attenzione ai colleghi che hanno assistito all’episodio e ne sono rimasti fortemente colpiti. Alle 10:35 del mattino una persona, né passeggero né dipendente di società operanti nello scalo, nonostante la pronta azione di contrasto delle forze dell’ordine presenti, è riuscita a introdursi sul piazzale degli aeromobili, raggiungendo poi la via di rullaggio. Qui si è avvicinato all’aeromobile di un volo di linea, fermo e a motori accesi, perdendo la vita”.
Cosa prevedono le misure di sicurezza
Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa potrebbe aver spinto il 35enne a farla finita in questo modo. Sarà necessario attendere la fine delle indagini per capire di chi siano le responsabilità. Certo ci sono state evidenti falle che hanno consentito a Russo di raggiungere la pista. L’episodio ha fatto emergere delle criticità nella sicurezza dello scalo. La Sacbo si occupa della sicurezza infrastrutturale e operativa dell’aeroporto. I controlli sono però suddivisi tra diversi soggetti. Il personale Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) ha il compito di definire le normative e autorizzare i piani di emergenza. Poi ci sono gli agenti della polizia e della guardia di finanza. Il lungo protocollo di sicurezza a cui sono sottoposti i passeggeri è necessario soprattutto per evitare intrusioni nelle aree definite “airside”. Sono quelle a diretto contatto con le piste, per cui l’accesso è definito da limitazioni severe sia per il personale che per i veicoli.
La sicurezza ad Orio al Serio
Lo scalo in provincia di Bergamo, così come molti altri aeroporti, è dotato di recinzioni perimetrali e di accessi regolati da badge elettronici, lettori biometrici e presidi fissi. Dal 2022 Orio al Serio ha un sistema di intelligenza artificiale che analizza in tempo reale le immagini delle telecamere e segnala movimenti anomali o presenze sospette. Esistono inoltre protocolli specifici in caso di intrusioni in zone vietate. Tuttavia, come testimonia anche la vicenda di Andrea Russo, i sistemi di sicurezza diventano inefficaci senza un tempestivo intervento umano. Ancora non è chiaro come il 35enne sia riuscito ad arrivare in una zona con aerei in partenza carichi di passeggeri. Le ipotesi sono varie: un varco lasciato aperto per errore, una recinzione compromessa, una falla nella sorveglianza o una “zona cieca” in cui le telecamere non arrivano.
Il precedente e le indagini su Russo
Come denunciato da Pasquale Salvatore, segretario della Fit Cisl di Bergamo, un episodio simile era avvenuto quasi due mesi fa nello stesso scalo. Così il segretario: “Avevamo già scritto al prefetto e al gestore. Un mese e mezzo fa un uomo è stato trovato all’interno del carrello di un aereo. Adesso una persona è morta e siamo tutti a capo chino. Stiamo aspettando le indagini della magistratura per capire cosa è successo, però sicuramente tutti ci facciamo la stessa domanda: cosa ci facesse una persona sotto il motore di un aereo”. Intanto, le autorità stanno indagando sul passato di Russo, con la polizia scientifica che ha analizzato la 500 abbandonata fuori dallo scalo. Stiamo investigando sui suoi eventuali rapporti con l’aeroporto o il mondo degli aerei – ha spiegato il procuratore di Bergamo Maurizio Romanelli -. Nell’auto con la quale è arrivato in aeroporto, ingombra di ogni tipo di materiale, non abbiamo trovato niente che possa dare qualche tipo di spiegazione”. L’ipotesi più accreditata rimane quella del suicidio. Il 35enne aveva avuto qualche problema di tossicodipendenza in passato ed era stato anche ospite di una comunità di recupero, un “mostro” che Andrea sembrava aver sconfitto. Originario di Calcinate (Bergamo), da poco si era trasferito a casa di un parente nel vicino paese di Mornico al Serio, in una abitazione di proprietà di suo fratello.