
Fonte foto: Matilde Siracusano, Sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento
Separazione delle carriere: il punto di svolta che ridefinisce l’autonomia e l’equilibrio del sistema giudiziario italiano.
La separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante è da decenni uno dei nodi più dibattuti del sistema giudiziario italiano. Con il recente avanzamento del disegno di legge costituzionale e nonostante l’ostruzionismo dell’opposizione, il tema sembra finalmente avviarsi verso una svolta storica.
Cosa significa “separazione delle carriere”?
Attualmente in Italia, i magistrati che ricoprono il ruolo di pubblici ministeri (PM) e quelli che operano come giudici fanno parte della stessa carriera e condividono l’organo di autogoverno: il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). La separazione delle carriere implicherebbe creare due percorsi professionali distinti, con organi di governo separati e differenti modalità di accesso e avanzamento.
Il disegno di legge costituzionale: contenuti chiave
La proposta in discussione introduce modifiche agli articoli della Costituzione che regolano la magistratura. Il passaggio fondamentale riguarda proprio il “torteggio secco” del CSM, ovvero una riformulazione del sistema di composizione dell’organo al fine di garantire autonomia piena alle carriere separatamente.
Inoltre, secondo quanto emerso dalla conferenza dei presidenti dei gruppi del Senato, i tempi di approvazione della riforma si stanno accelerando. Si parla di un secondo passaggio parlamentare imminente, segno che la maggioranza intende arrivare alla conclusione entro breve.
Le ragioni della riforma
La principale motivazione alla base della separazione delle carriere è rafforzare l’imparzialità del giudice. Essendo il pubblico ministero parte dell’accusa, mantenere una carriera comune con i giudici potrebbe alimentare una percezione di mancanza di neutralità nel processo penale.
In un sistema realmente accusatorio, il giudice deve essere equidistante dalle parti, e ciò si realizza più agevolmente con carriere separate.
Molti esponenti della maggioranza sostengono inoltre che la riforma consentirebbe una maggiore efficienza amministrativa, riducendo conflitti di competenza e garantendo maggiori garanzie per i cittadini.
Le critiche dell’opposizione
L’opposizione ha espresso forte preoccupazione per l’impatto che la riforma potrebbe avere sull’indipendenza della magistratura.
Secondo alcuni, si corre il rischio di politicizzare ulteriormente il CSM e di creare squilibri tra poteri dello Stato. Da qui l’ostruzionismo parlamentare, con emendamenti e interventi mirati a rallentare l’iter legislativo.
Il contesto politico e istituzionale
Il dibattito sulla separazione delle carriere non è nuovo, ma l’attuale configurazione parlamentare sembra voler imprimere una svolta definitiva. L’intenzione è quella di chiudere una “pagina sospesa” della giustizia italiana, rispondendo alle richieste di riforma provenienti non solo dal mondo politico, ma anche da settori accademici e giuridici.
Verso la conclusione
Con l’approvazione della prima fase e l’avvicinamento al secondo passaggio parlamentare, il disegno costituzionale sulla separazione delle carriere si avvia verso un potenziale epilogo. Se approvata, questa riforma costituirà uno spartiacque istituzionale, ridefinendo profondamente la struttura del sistema giudiziario italiano.
1 thought on “Separazione delle carriere: verso una riforma costituzionale decisiva”