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Striscia di Gaza: il governo israeliano pronto a estendere il controllo militare sull’intera enclave, tra pressioni politiche e rischi umanitari.
Nel pomeriggio del 4 agosto, fonti vicine all’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno confermato l’intenzione di occupare completamente la Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato da Channel 12, Netanyahu ritiene che Hamas non rilascerà altri ostaggi senza una resa totale. “Se non agiamo ora, gli ostaggi moriranno di fame”, ha dichiarato.
Divisioni interne all’esecutivo
Il piano ha generato forti tensioni all’interno del governo e delle forze armate. Il capo di Stato maggiore delle IDF, Eyal Zamir, ha espresso contrarietà, ma Netanyahu ha risposto con un ultimatum: “Se non è d’accordo, si dimetta”. L’ala di destra estrema, con ministri come Ron Dermer, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, sostiene l’occupazione totale. Al contrario, figure come Gideon Saar, Aryeh Deri e il capo del Mossad David Barnea spingono per un accordo di cessate il fuoco.
Implicazioni umanitarie e militari
Attualmente, le IDF controllano circa il 75% della Striscia di Gaza. Il nuovo piano prevede l’estensione al restante territorio, comprese le aree dove si ritiene siano detenuti gli ostaggi. Tuttavia, le stesse IDF avvertono che smantellare le infrastrutture di Hamas potrebbe richiedere anni, aggravando una crisi umanitaria già drammatica.
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