
Schlein rilancia i Giovani Democratici: regole nuove per superare il caos e restituire voce alla generazione under 30
Il Partito Democratico, sotto la guida di Elly Schlein, sta affrontando una delle sue crisi interne più delicate: il commissariamento dei Giovani Democratici (GD), l’organizzazione giovanile del partito. Dopo anni di stallo, tensioni e irregolarità, la segretaria ha deciso di intervenire con fermezza, imponendo una rifondazione e convocando un congresso per ottobre 2025.
Una giovanile divisa e paralizzata
Quando Schlein è arrivata al Nazareno, ha trovato un movimento giovanile frammentato in due correnti: da un lato i GD ufficiali, con statuto e simbolo, dall’altro l’Associazione per i Giovani Democratici di Mattia Zunino. Il congresso giovanile è fermo dal 2020, quando lo scontro tra Caterina Cerroni e Raffaele Marras si concluse senza un vincitore, tra accuse di brogli e ingerenze. Da allora, l’organizzazione è rimasta congelata, senza una guida legittimata.
Tesseramenti nel caos
Il numero degli iscritti è incerto, stimato intorno ai 10mila. Il sistema di tesseramento è frammentato: online si appoggia alla piattaforma nazionale, mentre a livello territoriale regna il disordine. In alcune regioni, come la Sicilia, si è abusato del meccanismo di iscrizione degli under 30 per influenzare i congressi locali, sfruttando le tessere a costo ridotto.
Il commissariamento e il nuovo regolamento
Per porre fine all’impasse, Schlein ha nominato l’avvocato Lorenzo Innocenzi commissario ad acta, con il compito di redigere un nuovo regolamento congressuale. Il documento stabilisce:
- Congresso entro il 26 ottobre 2025
- Iscrizioni riaperte fino al 9 settembre
- Candidature entro il 20 settembre
- Limite di spesa di 20mila euro per candidato
- Donazioni individuali non superiori a 500 euro
- Divieto di pagare la tessera per altri iscritti
Il regolamento ha finalità costituente e si ispira ai principi di trasparenza, partecipazione e semplificazione.
I candidati in corsa
Tre giovani si contendono la leadership:
- Paolo Romano: consigliere regionale in Lombardia, vicino a Schlein, noto per le sue battaglie su salute mentale e trasporti pubblici.
- Tommaso Sasso: collaboratore di Roberto Gualtieri, attivo nel campo largo della sinistra e nella causa palestinese.
- Claudio Mastrangelo: outsider abruzzese, ambientalista e femminista, difensore dell’autonomia dei GD e della lotta contro il leaderismo2.
Una sfida generazionale e politica
Il commissariamento ha suscitato reazioni contrastanti. Se da un lato molti vedono nell’intervento di Schlein un atto necessario per sbloccare una situazione incancrenita, dall’altro alcuni militanti temono un indebolimento dell’autonomia giovanile. Il documento “Appello alla nostra giovanile” firmato da decine di attivisti chiede un congresso vero, non una manovra di accentramento.
Conclusione
Il congresso dei Giovani Democratici sarà un banco di prova non solo per la giovanile, ma per la leadership di Elly Schlein. La sua capacità di ricostruire un’organizzazione credibile, trasparente e rappresentativa sarà cruciale per il futuro del Pd. In gioco non c’è solo una poltrona, ma la voce di una generazione che chiede spazio, regole chiare e autonomia.