“Meda è un paese di circa 23.000 abitanti alle porte della Brianza. – scrive “La Gazzetta dello Sport – È celebre per i suoi mobilifici. Al mondo dello sport ha regalato Igor Cassina, olimpionico nella ginnastica, Raffaella Masciadri, una delle migliori cestiste italiane di sempre, 203 presenze in Nazionale. Vi è nato Massimo Crippa, scudettato col Napoli di Maradona ed ex azzurro. Da venerdì ha una curiosità in più da annoverare nel suo taccuino sportivo. Meda é sede (una delle tre assieme all’Arena Civica di Milano e il Breda di Sesto San Giovanni) delle finali 2025 del campionato di calcio della massima serie libica. Un girone unico a sei squadre con 5 giornate e gare che si giocano in contemporanea, sempre alle ore 19. Il tutto avvolto dal mistero.”
A Meda stadio blindato
Continua la Rosea: “Dopo essere venuti a conoscenza del calendario grazie a una lunga ricerca sugli account twitter delle squadre coinvolte, incuriositi, siamo andati allo Stadio Città di Meda per assistere al match tra Al Ittihad e Al Akhdar. Ci hanno bloccato al primo cancello, quello del parcheggio da un addetto alla sicurezza. Ci spiega che il match è a porte chiuse e bisogna essere nella lista per poter entrare, ignorando però quale partita sia in programma. Quando gli diciamo che si tratta di una gara del campionato libico, resta a bocca aperta: “Qui a Meda? Come mai???”. Spieghiamo che siamo giornalisti e ci indirizza verso l’ingresso dello stadio, che normalmente ospita le partite del Renate, squadra del girone A di Serie C. Con grande cortesia Valentina Battistini, presidente del comitato regionale lombardo della Figc, alla quale consegniamo un documento d’identità, prova a intercedere presso le autorità competenti, ovvero i rappresentanti della federcalcio libica.”
“Il segreto che segreto non è”
Sempre Gazzetta: “Il segreto che segreto non è ma lo nascondono quasi come se lo fosse, solo qualche spiffero qua e là, va comunque svelato. Non che ci voglia Sherlock Holmes per scoprire che la fase finale del campionato libico la disputano per il secondo anno di fila in Italia. Il tutto nasce da un viaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dello Sport Andrea Abodi in Libia nel maggio 2024. Nell’ambito del piano Mattei per l’Africa concordarono con Tripoli di far giocare le partite della fase finale della Libyan Premier League nel nostro Paese, in cambio di una più rigida regolamentazione sull’immigrazione clandestina. Inizialmente scelsero come sedi Firenze, Pisa, Prato ed Empoli, ma la federcalcio libica non era d’accordo nel dividere le squadre in diversi hotel tra Pisa, Montecatini Terme e Campi Bisenzio. Si ripiegò quindi su Avellino, L’Aquila e Teramo, stadi sicuramente di “lignaggio” inferiore ma che garantivano forse anche maggior discrezione…”
Il caso del Generale Haftar
Continua La Gazzetta dello Sport: “Un anno fa le cose non andarono benissimo… Al generale Saddam Haftar, leader delle forze che controllano l’Est della Libia e presidente dell’Al Nasr Benghazi, era stato impedito di entrare in campo per la premiazione della sua squadra, a quanto si diceva per evitare ai rappresentanti del governo italiano foto politicamente inopportune. A questo punto, il figlio del generale che controlla la Cirenaica aveva ordinato ai suoi giocatori di disertare la premiazione – che si tenne allo Stadio dei Marmi a Roma – con il ministro degli Esteri Tajani costretto a consegnare medaglie e coppa a un magazziniere che a sua volta aveva poi portato tutto nel parcheggio della struttura, dove Haftar e i suoi avevano festeggiato la vittoria del campionato.”
I rapporti Italia-Libia
Ancora il quotidiano sportivo: “La Libia è un partner economico fondamentale per il nostro Paese, primo fornitore di petrolio con l’Algeria. Tripoli copre infatti il 21,5% delle importazioni nazionali di greggio. Fondamentale quindi il mantenimento di buoni rapporti con i nordafricani. Il problema diplomatico potrebbe ripresentarsi però anche quest’anno. Come infatti ha scritto poco tempo fa “Il Foglio”, molti club sono posseduti da capi milizia che si spartiscono la Libia. Ad esempio, l’Al Ahli Tripoli, apparteneva ad Abdel Ghani al Kikli, una delle milizie più forti della capitale, ucciso a maggio in un agguato. Il direttore generale del club è Osama Tleesh, che ne ha preso il posto nell’Ovest della Libia, uomo forte nella faida che si è riaperta di recente per il controllo di Tripoli.”
Un calcio “esotico” a Meda e Sesto San Giovanni
Sempre la Rosea: “Resta la curiosità per un calcio sicuramente esotico, non solo per un paese come Meda o una periferia come Sesto San Giovanni, ma anche per Milano. Se fosse stato possibile aprire le partite al pubblico, sicuramente più di qualche appassionato avrebbe assistito a qualcuna di queste sfide. Per la cronaca, quella di Meda è stata vinta 2-1 dall’Al Akhdar sull’Al Ittihad, al Breda 2-2 tra Al Swehly e Al Hilal, mentre il match clou, quello dell’Arena, è stato sospeso al 45’ per “indisciplina dalle panchine”. Per l’arbitro Sozza non c’erano le condizioni per proseguire in serenità. L’Al Ahli Tripoli era in vantaggio 2-0 sull’Al Ahly Benghazi. Lo scorso 19 giugno il derby di Tripoli tra Al Ahli e Al Ittihad era stato a sua volta fermato al 45′ dopo l’invasione di campo da parte di un gruppo di ultras, il ferimento dell’arbitro, due vetture e un autobus in fiamme negli scontri all’esterno dello stadio che sono proseguiti fino a tarda notte. Sempre per la cronaca, le stesse squadre si ritroveranno di fronte il 2 agosto allo Stadio Breda.”
Conclude così La Gazzetta dello Sport
