A Pompei Quantum Nexus – Timeless Entanglement, il convegno internazionale che oggi ha riunito all’Auditorium del Parco Archeologico della città vesuviana, cento scienziati provenienti da tutto il mondo, con la partecipazione, in collegamento da Yale, del Premio Nobel per la Fisica 2025 Michel Devoret. Nella città degli scavi anche i colleghi già insigniti del prestigioso titolo ossia Anthony J. Leggett (2003), John Michael Kosterlitz (2016) e Giorgio Parisi (2021). Di seguito quanto emerge da un articolo de Il Mattino di Napoli.
A Pompei un dialogo tra memoria e futuro
L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Eudora insieme al Parco Archeologico di Pompei, nasce da un’idea dei fisici Berardo Ruggiero, Paolo Silvestrini e Tommaso Calarco. «Pompei è sospesa nel tempo – spiega Ruggiero – e la fisica quantistica, nel suo rapporto con il concetto di tempo e realtà, ne amplifica il valore simbolico». L’evento affronta le nuove frontiere della ricerca, dal calcolo quantistico alla sicurezza informatica, dal monitoraggio vulcanologico alla comunicazione, con una prospettiva che intreccia scienza, filosofia e arte.
Il ruolo femminile nella fisica quantistica
Non si tratta solo di un confronto tecnico. Il programma prevede, oltre agli interventi dei diversi premi nobel, anche una sessione dedicata alle “Fondamenta e strategie della Seconda Rivoluzione Quantistica”, moderata da Calarco, in cui si discuteranno le prospettive globali del settore e il ruolo delle donne nella fisica contemporanea. Elisabetta Paladino, docente a Catania e membro di Women 4 Quantum, parlerà di presenza femminile nella ricerca. Accanto a lei, Carla Giusti dell’Associazione Eudora analizzerà la comunicazione della scienza quantistica, mentre la giovane Ludovica Ciarravano di Quantum Telecommunications Italia illustrerà la distribuzione di chiavi quantistiche, una delle applicazioni più avanzate in materia di sicurezza digitale.
La scelta non casuale di Pompei
Oggi la scienza tende a isolarsi nei suoi linguaggi specialistici, ma l’evento di Pompei si propone come contrappunto: un ritorno al significato umano della conoscenza. Le tecnologie quantistiche, spiegano gli organizzatori, «non sono solo strumenti di calcolo o di misura, ma un nuovo modo di interpretare il reale». Per questo la scelta del sito archeologico non è casuale: racchiude l’idea che ogni passo avanti della scienza nasce da una memoria condivisa, da un passato che continua a interrogare il presente. Quantum Nexus – Timeless Entanglement sarà dunque più di un convegno: un esperimento di pensiero, in cui la fisica quantistica incontra la storia, e la città sepolta dal Vesuvio diventa metafora di un futuro ancora in costruzione. Un luogo in cui il tempo, come nei quanti, non scorre in linea retta ma si intreccia, si ripete, si rigenera.
