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Amministrative in Macedonia del Nord: l’aggressione al candidato Zekirija Saini non avrebbe motivazioni politiche, secondo la Procura
La campagna elettorale per le amministrative in Macedonia del Nord, previste per il 19 ottobre, è stata scossa da un episodio di violenza che ha sollevato interrogativi sulla tenuta democratica del Paese. Martedì 7 ottobre, a Kumanovo, nel nord del Paese, Zekirija Saini—medico pneumologo e candidato capolista alle comunali di Lipkovo per l’Unione Democratica per l’Integrazione (DUI)—è stato ferito a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava nella sua auto. I proiettili lo hanno raggiunto al gomito e al ginocchio. Le sue condizioni, secondo l’ospedale Madre Teresa di Skopje, non sono gravi.
Secondo le prime indagini della Procura, l’attacco sarebbe stato compiuto da due uomini, uno dei quali è stato arrestato. L’altro è ancora ricercato. Le autorità hanno escluso, almeno per ora, un movente politico, ma il contesto in cui si inserisce l’aggressione impone una riflessione più ampia.
Un clima di apparente normalità
Le elezioni amministrative in Macedonia del Nord si svolgono in un clima ufficialmente pacifico, ma attraversato da tensioni latenti. Il Paese, che aspira da anni all’ingresso nell’Unione Europea, è ancora alle prese con le fragilità del proprio tessuto istituzionale. Le amministrative rappresentano un banco di prova cruciale per la tenuta delle alleanze locali, per la rappresentanza delle minoranze etniche e per la credibilità delle forze politiche.
La DUI, partito di riferimento per la comunità albanese, è storicamente parte integrante del panorama politico macedone. La candidatura di Saini, medico stimato e figura civica riconosciuta, era considerata un segnale di apertura verso una politica più radicata nel territorio e meno polarizzata. L’attacco subito rischia ora di alterare gli equilibri e di alimentare sospetti, anche se le autorità insistono nel negare implicazioni politiche.
La reazione del partito e della società civile
La DUI ha immediatamente sospeso la campagna elettorale in segno di protesta e solidarietà. In un comunicato ufficiale, il partito ha definito l’aggressione “un barbaro atto di violenza” e ha chiesto una risposta immediata da parte del Ministero dell’Interno. “La sicurezza dei candidati e dei cittadini deve essere garantita. Non possiamo permettere che la paura diventi uno strumento di controllo sociale”, si legge nella nota.
Anche diverse organizzazioni civiche hanno espresso preoccupazione per l’accaduto, sottolineando come le amministrative in Macedonia del Nord siano spesso teatro di tensioni non dichiarate, dove la competizione politica si intreccia con dinamiche locali, rivalità personali e fragilità istituzionali.
Un voto che vale più di un mandato
Il primo turno delle amministrative in Macedonia del Nord non è solo una scadenza elettorale. È un momento di verifica per la democrazia locale, per la capacità delle istituzioni di garantire trasparenza e sicurezza, e per la possibilità di costruire ponti tra le diverse componenti etniche e sociali del Paese.
L’aggressione a Saini, anche se non direttamente legata alla sua candidatura secondo la Procura, riporta al centro del dibattito la necessità di proteggere il processo democratico da ogni forma di intimidazione. In un Paese dove la memoria del conflitto interetnico del 2001 è ancora viva, ogni episodio di violenza rischia di riattivare paure e diffidenze.
Conclusione: oltre la cronaca, una sfida democratica
Le amministrative in Macedonia del Nord si svolgono in un contesto complesso, dove la cronaca si intreccia con la storia e la politica con la società civile. L’attacco a Zekirija Saini, al di là delle motivazioni personali o criminali, impone una riflessione più ampia sullo stato della democrazia locale. La risposta delle istituzioni, la mobilitazione dei cittadini e la trasparenza del processo elettorale saranno determinanti per evitare che la paura prenda il sopravvento sulla partecipazione.
In un Paese che guarda all’Europa, ogni voto conta. E ogni candidato deve poter concorrere senza il timore di essere colpito.