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In Australia le vittime dell’attentato di ieri sarebbero 15. I due uomini autori della strage ieri a Bondi Beach, il padre e figlio Said e Naveed Akram, avevano giurato sottomissione all’Isis nel 2019. Tuttavia Naveed aveva un regolare porto d’armi. Così scrive l’emittente australiana Abc, citando il servizio d’intelligence interna di Canberra Australian Security Intelligence Organisation (Asio). L’Asio aveva attenzionato Naveed Akram sei anni fa, dopo che la polizia aveva sventato i piani per un attacco terroristico dell’Isis. L’uomo aveva legami con Isaak El Matari, il quale – scrive Abc – “sta scontando sette anni di carcere per aver pianificato un’insurrezione dell’Isis in qualità di autoproclamato comandante australiano del gruppo terroristico”.
Australia, si indaga sui legami degli attentatori con lo stato islamico
Gli investigatori antiterrorismo australiani stanno ora esaminando i legami degli attentatori di Sydney con lo Stato Islamico. Difatti le autorità hanno stabilito che i killer di Bondi Beach avevano giurato fedeltà all’Isis. Inoltre avrebbero trovato una bandiera nel loro veicolo, secondo quanto riportato da Abc News Australia. Oltre mille persone, comprese le autorità, si sono radunate nel luogo della sparatoria per rendere omaggio alle vittime. Il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, ha inviato un telegramma a monsignor Antony Colin Fisher, arcivescovo di Sydney. Recita così: “Profondamente addolorato nell’apprendere l’orribile attacco avvenuto a Sydney” che ha coinvolto “la vita dei membri della Comunità ebraica riuniti per la celebrazione di Hanukkah, sua Santità Papa Leone offre l’assicurazione della sua vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questo insensato atto di violenza”. Ed ancora si legge, “con rinnovata speranza che quelli tentati dalla violenza si convertano e cerchino le vie della pace e della solidarietà, Sua Santità prega per la guarigione di coloro” che sono stati feriti e per la consolazione “di chi è in lutto per la perdita di una persona cara”.
