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Balla coi lupi fu il ruolo che rese Greene simbolo della cultura nativa nel cinema mondiale
Il primo settembre 2025 si è spento a 73 anni Graham Greene, attore canadese di origini Oneida, considerato uno dei più grandi interpreti indigeni del cinema internazionale. È morto in un ospedale di Stratford, in Ontario, dopo una lunga malattia, circondato dall’affetto della moglie Hilary Blackmore, attrice e compagna di vita per oltre tre decenni. La notizia è stata confermata dai suoi agenti, che lo hanno ricordato come “un uomo di grandi principi, integrità e profonda umanità”. Parole che risuonano con forza tra colleghi, amici e spettatori, tutti uniti nel cordoglio per la perdita di un artista che ha saputo dare voce e dignità alla cultura First Nations.
Il successo mondiale con Balla coi lupi
Greene ha raggiunto la fama mondiale grazie al ruolo di Uccello Scalciante (Kicking Bird) nel film cult del 1990 Balla coi lupi, diretto e interpretato da Kevin Costner. Il regista lo volle personalmente per incarnare il saggio sciamano Sioux, figura centrale nella narrazione del film. La sua interpretazione intensa e misurata gli valse una candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista, rendendolo uno dei primi attori nativi americani a ricevere tale riconoscimento.
Una nuova rappresentazione dei popoli indigeni
Balla coi lupi non fu solo un successo cinematografico, vincitore di sette premi Oscar, ma anche un punto di svolta nella rappresentazione dei popoli indigeni sul grande schermo. Greene, con la sua presenza scenica sobria e magnetica, contribuì a superare stereotipi radicati, offrendo un ritratto autentico e rispettoso della cultura Lakota. Il suo Uccello Scalciante non era un personaggio folkloristico, ma un uomo complesso, spirituale, capace di dialogare con il protagonista bianco senza perdere la propria identità.
Le origini e la carriera
Nato il 22 giugno 1952 nella Riserva delle Sei Nazioni vicino a Brantford, in Ontario, Graham Greene si era formato come attore presso il Native Theatre School di Toronto. Dopo anni di lavori manuali e di esperienze teatrali in Canada e nel Regno Unito, debuttò in televisione nel 1979 e al cinema nel 1983. Ma fu proprio Balla coi lupi a segnare la svolta definitiva della sua carriera.
Hollywood e oltre
Da quel momento, Greene divenne una presenza costante a Hollywood, partecipando a film di successo come Maverick, Die Hard – Duri a morire, Il miglio verde, Twilight: New Moon e Molly’s Game. Collaborò con attori del calibro di Tom Hanks, Bruce Willis, Mel Gibson e Kristen Stewart, dimostrando una versatilità rara e una profondità emotiva che lo rendevano riconoscibile in ogni ruolo.
La voce e la televisione
Anche in televisione lasciò il segno, recitando in serie acclamate come Northern Exposure, Longmire, Goliath, Reservation Dogs, 1883 e Tulsa King. La sua voce, calda e autorevole, fu protagonista di numerosi audiolibri e progetti per bambini, e nel 2000 vinse un Grammy Award per la miglior registrazione parlata.
Un’eredità luminosa
Nel corso della sua carriera, Greene ricevette numerosi riconoscimenti: un Gemini Award, un Canadian Screen Award, una stella sulla Walk of Fame canadese e il Lifetime Achievement Award dal Southwest Museum di Los Angeles. Ma forse il tributo più grande è quello che gli viene oggi da chi ha visto in lui non solo un attore, ma un simbolo di resistenza culturale e di bellezza umana.
“Sei finalmente libero, Susan Smith ti aspetta alle porte del paradiso”, ha dichiarato la sua agente, evocando con delicatezza il passaggio di un uomo che ha saputo vivere con discrezione, ma lascia un’eredità luminosa.
Il ricordo eterno
Con la sua morte, il cinema perde un interprete raffinato, ma Balla coi lupi continuerà a parlare per lui. E ogni volta che rivedremo Uccello Scalciante scrutare l’orizzonte, sapremo che Graham Greene è ancora lì, a ricordarci che la verità può essere raccontata anche con dolcezza.
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