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Banca MPS ha comunicato di aver perfezionato l’acquisizione del 62,3% del capitale di Mediobanca con il regolamento delle azioni portate in adesione all’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria sull’istituto di Piazzetta Cuccia.
Banca MPS entra nella cabina di regia di Mediobanca
Il capitale della banca senese quindi è cambiato a seguito dell’esecuzione dell’aumento di capitale a pagamento a servizio dell’OPAS. Di seguito quanto riportato da “Wall Street Italia”. Più precisamente, Banca MPS ha emesso 1.283.301.577 azioni ordinarie. Queste si aggiungono alle 1.259.689.706 già in circolazione; l’attuale capitale della banca senese è, quindi, suddiviso in 2.542.991.283 azioni. E’ un passaggio storico che ridisegna la geografia della finanza italiana. L’operazione, guidata dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio, vede una formula mista: 2,533 azioni ordinarie Mps più 0,9 euro in contanti per ciascun titolo Mediobanca. In totale, Siena ha staccato un assegno da 456 milioni di euro e contestualmente emesso 1,28 miliardi di nuove azioni. Parte oggi anche la riapertura dei termini di adesione, che durerà cinque sedute e potrebbe spingere la partecipazione di Mps fino alla soglia dell’80% del capitale.
Cambiano gli equilibri all’interno di MPS
Sempre da “Wall Street Italia” leggiamo di una ridefinizione degli equilibri interni alla banca senese. Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e il gruppo Caltagirone, entrambi con circa il 10% di Mps, hanno aderito integralmente alla proposta, uscendo così da Mediobanca. In cambio, vedranno salire le loro partecipazioni nel Monte al 21% e al 13% rispettivamente. Al contrario, Banco Bpm passa dal 9% al 4,5%, mentre il Tesoro si diluisce dall’11,7% a poco meno del 6%. Un ridisegno solo parziale: con la riapertura dei termini da oggi al 22 settembre, il progressivo aumento delle adesioni all’offerta potrebbe spingere ancora più in basso le quote relative dei soci forti di Siena, riportando ad esempio Delfin sotto la soglia del 20%. Fuori dal nuovo assetto resta invece FinPriv, la scatola azionaria che raggruppava Generali, Italmobiliare, Pirelli, Tim, Stellantis e Unipol: la società ha scelto di monetizzare la sua quota dell’1,76%, ceduta attraverso un accelerated bookbuilding gestito da Morgan Stanley.

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