 
                Giorgio Chiellini, da poco passato al ruolo di dirigente della Juventus, ha concesso un’intervista a Tuttosport in cui ha ripercorso la sua carriera, analizzato il momento del calcio italiano e commentato la nuova gestione bianconera, in particolare il direttore generale Damien Comolli.
Un Nuovo Ruolo da Dirigente e il Rapporto con i Media
Chiellini ha un legame profondo con Tuttosport, sin dai ricordi d’infanzia legati al padre che leggeva il giornale per seguire la Juve. Ha riconosciuto il “peso” dei media nel calcio, ma ha sottolineato l’importanza di non farsi influenzare da giocatore. Ora, da dirigente, legge di più per capire come la società viene raccontata. Ha espresso ammirazione per lo spirito del Grande Torino e ha condiviso ricordi personali legati a eventi sportivi significativi come i Mondiali ’90 e ’94 e il basket livornese. Tra i momenti più importanti della sua carriera ha citato la vittoria degli Europei 2021 e il primo dei nove scudetti consecutivi con la Juve, sottolineando il rammarico per non aver giocato la finale di Champions a Berlino nel 2015.
I Cicli della Juve, la Crisi e il Calcio Italiano
Chiellini ha ribadito che la storia della Juventus è fatta di cicli vincenti e anticicli, e che il club sta attraversando un nuovo periodo di transizione dopo i nove scudetti. Ha identificato il secondo settimo posto (stagione con Delneri) come il momento più buio del post-Calciopoli. Sul calcio italiano, ha espresso preoccupazione per il calo di competitività internazionale, legato anche alla mancanza di managerialità e alla discesa del seguito, pur notando che anche all’estero ci sono problemi simili. Ha ribadito l’importanza di avere stadi di proprietà come lo Juventus Stadium.
Il Mercato Juve e la Visione di Comolli
Riguardo al difficile mercato della Juventus, Chiellini ha spiegato che “a comprare sono tutti buoni e a vendere che è difficile”, specialmente quando i giocatori non hanno reso al meglio. Ha ammesso che “girano pochi soldi” a tutti i livelli, e che la maggior parte dei movimenti si concentra negli ultimi giorni di agosto.
Ha poi difeso Damien Comolli, descrivendo come “distorta” l’idea che sia un uomo fatto “solo di dati e niente cuore”. Al contrario, lo ha definito una persona attenta ai numeri ma con una visione completa e una grande esperienza internazionale. Ha precisato che alla Juventus “non c’è una persona sola al comando”, nemmeno in passato con Moggi o Andrea Agnelli, e che le scelte di mercato vengono condivise a vari livelli, inclusa la proprietà per le decisioni più importanti.
Infine, ha elogiato il lavoro di Igor Tudor, definendolo la persona giusta per la sua dedizione alla Juve e la cultura del lavoro che sta portando, e ha rivelato che Gattuso è rimasto piacevolmente sorpreso dal clima visto alla Continassa.

 
             
         
        