
Conflitto d’interessi in salsa immobiliare: il giudice compra, la società incassa, e nessuno controlla
Francesco Turco, classe 1983, oggi siede come giudice civile nel Tribunale di Chieti. Ma non è solo un magistrato. È anche il socio di maggioranza della L&F Immobiliare S.r.l., una società con sede a Francavilla al Mare che, nel 2018, ha acquistato due locali commerciali in via Emanuele Filiberto, nel cuore di Roma. Metrature importanti: 160 mq e 67 mq. Prezzo? 545.000 euro. Un affare.
A vendere è la Albavis S.A., società anonima con sede in Lussemburgo. A comprare, formalmente, è la L&F Immobiliare. Ma chi c’è dietro? Tre nomi: Enzo Turco (25%), Lucia Romandini (25%) e Francesco Turco (50%). Enzo è il padre del giudice. Lucia è la sorella del giudice Camillo Romandini. Francesco è il nipote. E il giudice.
Il 9 febbraio 2018, l’atto di nomina viene firmato dal notaio Giovanni Maria Plasmati. I tre soci cedono il contratto di acquisto alla L&F Immobiliare, che subentra senza corrispettivo. In pratica: la società di famiglia compra gli immobili, e i soci si impegnano a restituire alla società le somme versate. Tutto in casa.
Fin qui, potrebbe sembrare una normale operazione immobiliare. Ma c’è un dettaglio che stona. Francesco Turco è un magistrato in servizio. E la legge parla chiaro.
L’incompatibilità che fa rumore
L’art. 53 del D.lgs. . 165/2001, insieme agli articoli 60 e seguenti del D.P.R. 3/1957, stabilisce che i dipendenti pubblici non possono “esercitare il commercio, l’industria, né alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro”. Salvo autorizzazione ministeriale. Che qui non risulta.
E la L&F Immobiliare è una società a fine di lucro. Lo conferma il bilancio 2020, approvato il 18 settembre 2021 alle ore 21.15. Presenti tutti i soci. Enzo Turco presiede. Francesco Turco detiene il 50% del capitale. La società riceve anche un ristoro statale di 2.000 euro. La perdita d’esercizio, pari a € 30.282,97, viene coperta con versamenti in conto futuro aumento di capitale. In sintesi: la società è viva, attiva, e incassa.
Il giudice che compra immobili da una società anonima
Appare quantomeno singolare che un magistrato civile, in servizio presso il Tribunale di Chieti, sia socio di maggioranza di una società che acquista immobili da una società anonima con sede in Lussemburgo. Ma c’è di più. Il giudice Turco opera nello stesso circondario in cui ha sede la L&F Immobiliare. In caso di controversie civili, il Tribunale competente è proprio quello di Chieti. Il suo.
E non è la prima volta che il cognome Romandini finisce sotto i riflettori. Il giudice Camillo Romandini è stato oggetto di interrogazioni parlamentari per la sua partecipazione a società immobiliari. Ora, il nipote Francesco ripropone lo stesso schema. E la domanda è inevitabile: può un magistrato giudicare in un territorio dove la sua società opera?
Tutto legale, ma è tutto giusto?
La legge non vieta la mera partecipazione societaria. Ma impone che il magistrato non svolga attività gestoria, neanche di fatto. E che valuti la compatibilità “in concreto” con la sua funzione. Il Ministero della Giustizia, in risposta a un’interrogazione, ha ribadito questo principio. Ma chi controlla? Chi verifica?
Nel frattempo, la L&F Immobiliare continua a operare. E Francesco Turco continua a giudicare.
“Giustizia a porte girevoli: chi controlla il controllore?”
Quando la giustizia compra casa, chi controlla il notaio? Chi controlla il giudice? E soprattutto: chi controlla che la legge non venga usata come una porta girevole tra pubblico e privato?
Perché qui non si parla solo di immobili. Si parla di fiducia. E quella, una volta persa, non si compra nemmeno con 545.000 euro.