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Crollo Dazi: agosto segna -23% per l’agroalimentare italiano negli USA, vino in caduta libera
Agosto 2025 segna una battuta d’arresto drammatica per l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti: un calo del 23% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. A pesare è l’aumento dei dazi doganali dal 10% al 15%, che ha colpito duramente i prodotti simbolo del Made in Italy, in particolare il vino, con una contrazione stimata superiore al 30%.
Un trend in discesa dopo un avvio promettente
Nei primi otto mesi del 2025, le esportazioni agroalimentari italiane verso gli USA hanno superato i 5 miliardi di euro, un dato in linea con il 2024. Tuttavia, dietro la stabilità apparente si nasconde un andamento sempre più discontinuo. Il primo trimestre aveva fatto ben sperare, con una crescita dell’11%, ma già da aprile si è registrato un progressivo rallentamento: +1,3% ad aprile, +0,4% a maggio, -2,9% a giugno, -10% a luglio, fino al crollo di agosto.
Questo trend evidenzia come l’aumento dei dazi abbia inciso profondamente sulla competitività dei prodotti italiani. La crescita si è praticamente azzerata, lasciando le imprese in una situazione di forte incertezza. Saranno i prossimi mesi a determinare se si tratta di una flessione temporanea o di un’inversione strutturale.
Vino, formaggi e salumi nel mirino
I prodotti più colpiti sono quelli che incarnano l’eccellenza agroalimentare italiana: vino, formaggi e salumi. Questi beni non solo rappresentano una quota significativa dell’export, ma sono anche portatori di identità culturale e territoriale. Il vino, in particolare, ha subito una contrazione superiore al 30%, segno che il mercato statunitense sta reagendo con cautela agli aumenti di prezzo causati dai dazi.
Le imprese italiane si trovano così a fronteggiare una doppia sfida: mantenere la qualità e l’appeal dei propri prodotti, e al contempo assorbire l’impatto economico delle tariffe doganali. In molti casi, ciò si traduce in una riduzione dei margini o in una revisione delle strategie di esportazione.
Pressione politica: gli italiani chiedono risposte
Secondo il rapporto Coldiretti/Censis, l’81% degli italiani chiede all’Unione Europea di riaprire le trattative con l’amministrazione Trump per ottenere esenzioni dai dazi. La richiesta è chiara: proteggere il Made in Italy da misure che rischiano di compromettere anni di investimenti, relazioni commerciali e promozione internazionale.
Ma non è solo una questione italiana. Il 79% dei cittadini europei si aspetta che Bruxelles adotti un approccio più incisivo nei futuri negoziati. Per molti, l’atteggiamento troppo “friendly” finora adottato ha penalizzato imprese, lavoratori e comunità locali, lasciando spazio a politiche protezionistiche che danneggiano l’economia reale.
Gli USA restano il primo mercato extra UE
Nonostante le difficoltà, gli Stati Uniti continuano a rappresentare il primo mercato extra UE in valore per le esportazioni agroalimentari italiane. Questo rende ancora più urgente una risposta politica e diplomatica efficace. La posta in gioco non è solo economica, ma anche simbolica: difendere il valore del Made in Italy significa tutelare un patrimonio di tradizioni, territori e competenze.
Crollo Dazi: una parola chiave per il futuro
Il termine “Crollo Dazi” sintetizza una crisi che va oltre i numeri. È il segnale di una frattura tra politiche commerciali e realtà produttive, tra diplomazia e quotidianità delle imprese. Ma può anche diventare il punto di partenza per una nuova consapevolezza: quella di un’Europa più assertiva, di un’Italia più resiliente, e di un sistema agroalimentare capace di reinventarsi senza perdere la propria anima.