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Il fair play finanziario (FFP), introdotto dalla UEFA nel 2011, è nato con un obiettivo chiaro: garantire la sostenibilità economica dei club calcistici e impedire che società troppo indebitate o sostenute solo da capitali esterni potessero falsare la competizione. In altre parole, si voleva riportare equilibrio in un sistema in cui gli investimenti miliardari rischiavano di trasformare il calcio in un gioco per pochi ricchi. Si è cercato, almeno negli obiettivi iniziali, di premiare il saper fare ed il merito.
Le origini: da Platini alle prime sanzioni
Michel Platini, allora presidente UEFA, fu il principale promotore del FFP. La regola chiave era semplice: le squadre non potevano spendere più di quanto incassassero in un arco temporale stabilito. Già nei primi anni arrivarono sanzioni illustri: il Manchester City e il Paris Saint-Germain furono multati e costretti a limitare il numero di giocatori iscritti alle competizioni europee.
Le critiche al Fair Play Finanziario: sistema troppo rigido o troppo fragile?
Il Fair Play Finanziario, però, non è mai stato esente da polemiche. Da una parte, molti club medi e piccoli lo hanno accolto come un baluardo contro l’eccesso di potere economico delle grandi proprietà. Dall’altra, colossi sostenuti da fondi sovrani hanno trovato vie traverse: sponsorizzazioni “gonfiate”, prestiti creativi e plusvalenze incrociate hanno spesso reso inefficaci i controlli. “Il calcio non può diventare finanza creativa” ammoniva Javier Tebas, presidente della Liga, dopo l’ennesimo caso legato al PSG. Di oggi invece è la notizia che il Chelsea è rientrato ottenendo il via libera.
Chelsea, via libera dalla Uefa: l’eurorivale è rientrato nei paletti del Fair Play Finanziario
Nella mattinata di oggi la UEFA ha confermato che il Chelsea è pienamente all’interno dei parametri del Fair Play Finanziario, nonostante i tanti acquisti fatti dopo il cambio di proprietà. Il club londinese è riuscito a mantenere un bilancio positivo durante il mercato estivo del 2025. Questa notizia arriva dopo la multa ricevuta a luglio, quando i Blues sono stati sanzionati con 26,9 milioni di sterline (31 milioni di euro) per aver infranto le norme UEFA riguardanti il rapporto tra ricavi e costi della rosa.
Dopo quell’accordo, i londinesi avrebbero potuto…
…registrare nuovi acquisti per la Champions League solo se le spese per i cartellini fossero state compensate dalla vendita di giocatori che avevano fatto parte della rosa in Conference League nella scorsa stagione. Come spiegato da SkySports UK, le cessioni di giocatori come Noni Madueke, Kiernan Dewsbury-Hall, Christopher Nkunku e Nicolas Jackson hanno permesso al Chelsea di inserire nella lista Champions i nuovi arrivi: Liam Delap, Joao Pedro, Alejandro Garnacho, Jamie Gittens e Jorrel Hato.
La nuova era: dal FFP alle regole di sostenibilità
Nel 2022 la UEFA ha deciso di riformare il sistema, sostituendo gradualmente il FFP con un nuovo quadro normativo chiamato “regolamento di sostenibilità finanziaria”. Le novità principali riguardano: a) un tetto progressivo ai costi per stipendi, trasferimenti e commissioni, fissato al 70% dei ricavi entro il 2025; b) controlli più rapidi e trasparenti; c) maggiore flessibilità per i club colpiti da eventi eccezionali, come la pandemia.
Italia, Inghilterra e il futuro del pallone
In Serie A, diversi club hanno dovuto adeguarsi con drastici piani di rientro, mentre in Premier League le regole UEFA si sommano a quelle interne, come il Profitability and Sustainability Rules che ha già portato a penalizzazioni pesanti (vedi Everton e Nottingham Forest). La sfida ora è duplice: rendere il calcio europeo più sano sul piano finanziario senza però spegnere la competitività e il fascino dei grandi trasferimenti. Lo scopo è restituire il sogno ai piccoli di poter diventare grande ed allo stesso tempo garantire business e spettacolo, senza favoritismi e senza paradossi finanziari.
Conclusione sul fair play finanziario
Il fair play finanziario ha avuto luci e ombre: ha frenato gli sprechi più eclatanti, ma non ha impedito la crescita delle disuguaglianze. Con il nuovo sistema di sostenibilità, la UEFA prova a rilanciare il suo progetto. La partita, però, è appena iniziata. E come sempre, in campo scendono non solo i campioni, ma anche i bilanci. Oggi come oggi, quindi, il Napoli lancia un messaggio chiaro di garanzia di spettacolo ma allo stesso tempo di calcio economicamente sostenibile. Investimenti, fantasia e futuribilità le nuove parole chiavi.