Fonte foto: Viola Ardone
Un documento pubblicato dal ministero degli Esteri israeliano, recentemente ritrovato a Gaza, e’ una lettera del 2021 firmata dall’allora capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. La carta “invita direttamente ed esplicitamente il presidente del Pcpa all’unita’”. “Nella lettera, Haniyeh sostiene pubblicamente l’organizzazione del Pcp”, afferma il ministero israeliano. La stessa fonte aggiunge che un secondo documento, rinvenuto in un avamposto di Hamas a Gaza, mostra un elenco di agenti del Pcpa, “alcuni dei quali sono agenti di Hamas di alto rango e ben noti”. Tra questi c’e’ Zaher Birawi, che e’ a capo del Pcpa nel Regno Unito ed e’ noto per aver organizzato missioni di flottiglia di attivisti a Gaza negli ultimi 15 anni. Nel 2010, e’ stato uno dei portavoce della flottiglia turca Mavi Marmara.
Flotilla, chi è Zaher Birawi
Birawi viene definito sul quotidiano filo-palestinese Middle East Monitor come giornalista, presidente del Comitato internazionale per rompere l’assedio di Gaza e membro fondatore della Coalizione internazionale per la liberta’ Flotilla. Nella lista c’e’ anche Saif Abu Kashk, membro del Pcpa in Spagna, che il ministero afferma essere anche l’amministratore delegato di Cyber Neptune. Quest’ultima sarebbe “una societa’ di facciata in Spagna proprietaria di decine di navi che partecipano alla flottiglia ‘Sumud'”. Il ministero sostiene che il coinvolgimento di Kashk dimostri che le navi “sono segretamente di proprieta’ di Hamas”. Il ministero pubblica foto di Birawi con attivisti della flottiglia e altre immagini che lo mostrano insieme ad alti funzionari di Hamas.
La portavoce italiana difende Flotilla
La portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia, sui documenti che dimostrerebbero il coinvolgimento di Hamas nella missione difende il gruppo. Così la portavoce: “I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla. Ripetono, piuttosto, un preoccupante schema già visto nel 2010 con la Mavi Marmara. Siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell’Europa e del mondo. Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti: finché non accade, è propaganda, non prova”, sottolinea.

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