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Giannini: “Futuro alla Roma?No”
Giuseppe Giannini, il “Principe” che ha illuminato il centrocampo della Roma per quindici stagioni, conquistando tre Coppe Italia e sfiorando uno Scudetto e una Coppa UEFA, resta una delle voci più ascoltate e rispettate nell’ambiente giallorosso. In una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, l’ex numero 10 e capitano ha ripercorso la sua carriera.
GIANNINI – SOPRANNOME IL PRINCIPE
“Inizio anni 80, primi allenamenti con la Roma, fu Odoacre Chierico a battezzarmi così. Principe per le movenze in campo e l’educazione fuori”.
ROMA
“Da piccolo andavo nelle Marche, a casa di mio nonno, in cucina teneva uno scudettino della Roma: è stata la rivelazione e il sentimento di identità l’ho sempre portato con me. Un privilegio, ma anche una responsabilità vissuta con orgoglio”.
SFIORATO IL MILAN
“Andai a fare un provino a Milanello, c’erano Rivera e Galbiati. Feci bene, mi presero, mi regalarono una maglia rossonera. Pochi giorni dopo Perinetti, responsabile del settore giovanile giallorosso, disse a Viola: “Non facciamoci scappare questo ragazzo”. E Viola lo ascoltò”.
FUTURO ALLA ROMA
“Non credo, non mi illudo più. Ho un solo rimpianto. Fu quando Sensi, con cui avevo avuto un rapporto duro e anche brutto, mi chiamò: “Ti rivoglio nella Roma”. Andai a parlare con il dt Franco Baldini, ma mi fece una battuta poco opportuna, dicendo che fino a poco tempo prima mi ero accompagnato con due procuratori, Morabito e Fioranelli. Ero offeso, non aveva fiducia in me: girai i tacchi e me ne andai. Forse avrei fatto meglio a parlare con Sensi e spiegargli che cosa era successo”.
VICINO ALLA JUVENTUS
”Andai a fare un provino a Milanello, c’erano Rivera e Galbiati. Feci bene, mi presero, mi regalarono una maglia rossonera. Pochi giorni dopo Perinetti, responsabile del settore giovanile giallorosso, disse a Viola: “Non facciamoci scappare questo ragazzo”. E Viola lo ascolto”
IDOLO DI TOTTI
“Sì, aveva il mio poster in camera. Fu mio padre Ermenegildo a scovarlo, stava alla Lodigiani e lo portò alla Roma. In ritiro dormiva in camera con me, anzi, l’ha raccontato lui , nemmeno dormiva per l’emozione. L’ho tenuto sotto la mia ala, come aveva fatto anni prima Falcao con me. Credo di avergli dato una piccola mano a muoversi nell’ambiente. Un giorno sua madre, Fiorella, mi fermò fuori da Trigoria, per dirmi che Francesco voleva comprarsi una Golf GTD. Era preoccupata. “Mi sembra presto…”. Io risposi: “Signora, lo lasci fare…”. A quei tempi giravo in Ferrari. Un’altra volta Fiorella mi chiese se potevo andare a salutarlo nel locale dove festeggiava i 18 anni. Scesi dall’aereo e ci andai, ero appena tornato da una trasferta con la Nazionale. A Francesco ho voluto bene”.