Web senza filtri: l’infanzia esposta, il sistema in ritardo
Navigare online è semplice. Troppo semplice. Basta uno smartphone e pochi secondi per accedere a contenuti espliciti, violenti o sessuali. Per i minori, il web è un territorio aperto. Le barriere? Quasi inesistenti.
Abbiamo fatto un test. Come farebbe un adolescente curioso, senza filtri né parental control. Risultato? Siti vietati ai minori di 18 anni si aprono senza problemi. Nessuna verifica reale. Solo un messaggio: “Hai più di 18 anni?” Basta cliccare “Sì” e si entra.
Un esperimento inquietante
Cinque siti, tutti vietati ai minori. In nessuno c’è stato un controllo serio. Nessun documento richiesto. Nessun ostacolo concreto. Un tredicenne potrebbe accedere senza difficoltà.
Un web senza custodi
Le aziende tech parlano di protezione, ma i fatti raccontano altro. I sistemi di verifica sono deboli. Le falle si moltiplicano. I minori accedono a contenuti inadatti con una facilità disarmante. Chi dovrebbe vigilare? Spesso si limita a interventi formali, senza effetto.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, l’età media del primo contatto con contenuti pornografici online è 11 anni. Ma non si tratta solo di pornografia. Ci sono videogiochi con torture, forum pieni di odio, video violenti su piattaforme comuni. Tutto accessibile. Tutto normalizzato.
Responsabilità condivisa
Le famiglie spesso non sanno cosa vedono i figli online. I software di controllo esistono, ma sono poco usati e facilmente aggirati. Le scuole sensibilizzano, ma non possono intervenire direttamente. Le piattaforme digitali promettono protezione, ma lasciano falle evidenti.
Secondo diversi studi sull’età evolutiva, l’esposizione precoce a contenuti inadatti può influenzare negativamente lo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini.
Norme e vuoti legislativi
La legge vieta l’accesso ai contenuti espliciti per i minori, ma non obbliga le piattaforme a verificare davvero l’età. A livello europeo, il Digital Services Act introduce nuove regole, ma l’applicazione è ancora incerta.
È tempo di un cambio di passo. Occorre tecnologia vera, non solo un pulsante “Hai più di 18 anni?”. Serve una cultura digitale che metta al centro il benessere dei giovani.
Una falla nel sistema
I contenuti inadatti ai minori non sono un problema marginale. Sono una falla nel sistema. Finché famiglie, istituzioni e aziende tech non agiranno insieme, i minori continueranno a navigare in un mare aperto. Senza salvagente.

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