
Abbiamo realizzato in esclusiva un’intervista con l’ex arbitro di serie A e assistente UEFA del compianto arbitro Stefano Farina, Oscar Girardi sulla stagione calcistica 2024/25 che sta per terminare.
Qual è la tua opinione sulla qualità degli arbitraggi in Serie A quest’anno?
In generale negli ultimi anni la qualità degli arbitraggi è decisamente migliorata anche grazie all’ introduzione della tecnologia. Semmai, il meccanismo Arbitro-VAR-Protocollo deve essere continuamente ottimizzato al fine di consentire alla squadra arbitrale di prendere sempre la decisione più corretta e puntuale.
Proprio la rigidità del protocollo ha portato in più di qualche occasione la squadra arbitrale a prendere una decisione a metà o a non poter proprio decidere su un determinato episodio inficiando la qualità e la congruità della decisione in campo.
Ci sono stati errori clamorosi o momenti di tensione?
I momenti di tensione non riguardano errori clamorosi VAR, bensì richieste di utilizzare VAR per situazioni fuori protocollo. A titolo di esempio, in un caso, il difensore del Milan Tomori è stato espulso contro l’Empoli per doppia ammonizione Espulsione in un’azione nella quale il giocatore dell’Empoli che ha subito il fallo era in fuorigioco. In altra occasione, l’Inter ha segnato il gol dell’1-0 contro la Fiorentina su un calcio d’angolo che avrebbe dovuto essere un calcio di rinvio per la Fiorentina. In entrambi i casi, però, pur trattandosi di errori evidenti, la decisione non poteva essere cambiata proprio a causa del protocollo.
Come pensi che la Serie A possa migliorare la qualità degli arbitraggi e ridurre gli errori
clamorosi?
Intervenire sul Protocollo al fine di ampliare le casistiche di intervento a fronte di chiarie ed evidenti errori in casistiche ulteriori, cercando di non aver bisogno di un aumento indiscriminato delle revisioni. Ad esempio, la verifica in situazioni controverse di calcid’angolo / calci di rinvio (magari in modalità silent-check) o, utilizzo del challenge daparte delle squadre. E’ stato dato un ‘microscopio’ a chi prima giudicava
‘a spanne’. La platea e modalità degli interventi del VAR deve essere definita in modo chiaro a livello di protocollo e chiaramente condivisa con tutti gli attori.
Bisogna educare le persone nel riuscire realmente a distinguere l’errore “clamoroso” da ciò che considerano tale in base alla propria esperienza. L’onda emozionale generata dai media o dalla fede calcistica ma non supportata dalla capacità di giudizio e conoscenza/applicazione regolamento e protocollo.
Come valuti la gestione delle sanzioni disciplinari in Serie A? Sono troppo severe o troppo
blande?
Secondo i dati del CIES, l’osservatorio mondiale sul pallone, per ammonizioni la serie A fa peggio di Premier, Liga e Bundesliga. I provvedimenti disciplinari ormai sono codificati secondo le diverse casistiche (Fallo tattico, negare una chiara occasione da rete fuori o dentro l’area, fallo grave di gioco, etc…) al 99%. Le proteste dei calciatori in campo, sebbene diminuite significativamente con l’ingresso della tecnologia, ha fatto migrare la fonte del dissenso piu’ che mai plateale a bordo campo. Troppi i tesserati che in panchina non riescono a mantenere un comportamento consono al ruolo che rivestono e al di là di qualche isolato caso. L’azione di contrasto a tale ‘cattivo esempio’ è apparso piuttosto blando da parte della classe arbitrale.
Qual è il tuo parere sulla tecnologia VAR in Serie A? Ha migliorato la qualità degli arbitraggi o creato più problemi?
Partendo dal presupposto che il VAR è uno strumento essenziale nel calcio moderno: quanti errori in più ci sarebbero senza VAR? Per capirne l’efficacia, dal VAR Symposium tenutosi recentemente a Lisbona cito testualmente: “Prima dell’introduzione del VAR nelle competizioni UEFA, in media gli arbitri commettevano un errore “che cambiava la partita” una volta ogni 2,4 partite. Oggi, la percentuale è di una volta ogni 16 partite”. Straordinario ma con ulteriori margini di miglioramento.
Oltre al meccanismo Arbitro-VAR-Protocollo che va continuamente perfezionato, i problemi sono anche da ricondurre ad un particolare. Ovvero seppur utilissimo, non è mai stata data minima formazione sia in termini di protocollo che di regolamento ai tifosi. Ma anche a tantissimi addetti ai lavori (giornalisti, commentatori, dirigenti calcistici, ecc.). E stato dato spesso vita a letture fuorvianti delle decisioni prese in campo. Credo che una sana discussione su episodi puramente tecnico-arbitrali si debba basare sulle medesime conoscenze regolamentarie di protocollo.
Qual è la tua opinione sulla comunicazione tra gli arbitri e i giocatori o gli allenatori durante le partite?
E’ indubbio che l’introduzione del VAR ha pacificamente ridimensionato le pretese tecniche dei calciatori in campo. I giocatori pensano a giocare e dare il meglio. In questo contesto il rapporto arbitro-calciatore avviene in modo piu’ pacato, meno pressante e piu’ orientato al rispetto dei ruoli. Di fatto sono consapevoli che il giudizio su casi controversi è poi demandato ‘live’ direttamente al VAR. Purtroppo, la fonte del dissenso è stata delocalizzata in panchina.
Gli arbitri anche attraverso il IV ufficiale di gara spiegano
Gli arbitri anche attraverso il IV ufficiale di gara spiegano, anche indirettamente, la loro decisione ma la questione è irrisolta. E’ come posso spiegarti il mio punto di vista se mi aggredisci verbalmente e mi vuoi imporre la tua visione? In che modo gli arbitri possono migliorare la loro preparazione e le loro performance durante le partite? L’arbitro è un elemento di una squadra arbitrale che negli anni è passata da tre a sei ufficiali di gara ognuno con responsabilità e campo d’azione ben definiti. L’arbitro moderno è uomo di squadra responsabile del comportamento tecnico del suo team che si prepara e si aggiorna curando con meticolosità piu’ aspetti per non rimanere vittima dell’effetto sorpresa:
- Preparazione atletica: imprescindibile per essere al posto giusto al momento giusto
mantenendo un’elevata lucidità di lettura soprattutto nel finale di gara; - Preparazione tattica: conoscere i vari moduli di gioco a supporto di un adeguato movimento
in campo; - Conoscenza del regolamento: mentalmente preparato per valutare con puntualità gli
accadimenti tecnici; - Conoscenza delle caratteristiche tecniche e comportamentali dei calciatori;
- Capitalizzare dai propri errori e da casistiche controverse vissute da altri colleghi in
un’ottica di miglioramento continuo - Mentalmente strutturato per reggere gli urti emotivi vissuti durante la gara e superare
l’eventuale giustizialismo mediatico post-gara
Di fatto l’arbitro è un professionista che definirei completo sotto il profilo tecnico, atletico e mentale
che opera in sinergia con la propria squadra. E credo che sia questa grande preparazione ad
avere palesato i problemi di protocollo altrimenti parleremmo di altro.
La Serie A può cambiare in meglio la trasparenza e la comunicazione intorno agli arbitraggi e alle decisioni arbitrali?
Negli ultimi anni, l’Associazione Italiana Arbitri ha letteralmente aperto le porte di casa a chiunque.
Anche partecipando attivamente con i responsabili della Commissione Nazionale a format in cui spiega in modo costruttivo gli errori arbitrali e l’origine di tali errori. Delle varie iniziative organizzate dall’AIA mi piace dare la seguente personale lettura: siamo amanti del gioco del calcio anche se non prendiamo a calci un pallone. Ci insultate per stare meglio? Ben venga contribuire alla vostra salute ma non andate oltre. Abbiamo migliaia di ragazzi giovani che con passione, impegno e sacrifici garantiscono la regolarità dei campionati delle serie
inferiori e soprattutto non sono in sei come in serie A. In campo sono SOLI, consapevoli che dovranno dare il massimo perché nessuno li aiuterà. In questo senso contribuiscono in positivo o in negativo i comportamenti dei calciatori e allenatori professionisti che poi si riflettono nei dilettanti.
Un tuo giudizio sulla competitività e sul livello di gioco in Serie A quest’anno? Ci sono state sorprese o delusioni?
E’ un Campionato emozionante con lo scudetto in ballo fino all’ultima giornata. Un campionato divertente che piu’ volte ha giocato a dadi con i sentimenti dei tifosi fino alla fine regalando illusioni, gioie e dispiaceri come sempre accade quando finisce un campionato. Si aggiunga il calcio espresso da un Bologna che ha felicemente messo in bacheca la Coppa Italia. Chi ama il calcio al di la di ogni credo, si sarà sicuramente entusiasmato anche nel vedere che il calcio made-in-Italy sta gradualmente ritrovando un’attrattività internazionale. E ora godiamoci l’ultima di campionato.
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