La Fiorentina andrà in Serie B?
Cor.Sport: “Ecco cosa ne pensa l’algoritmo”
Violanews.com riporta il sondaggio
Il Corriere dello Sport, per capire le possibilità di retrocessione da parte della Fiorentina, ha consultato l’algoritmo “Predictor” di Opta. Ecco le percentuali:
La Fiorentina ci crede. «Noi e la Fiesole ci salviamo», hanno detto Ranieri e compagni nello spogliatoio dopo la sconfitta di Bergamo. E anche l’algoritmo ci crede. Talmente tanto da quotare la retrocessione della Viola al 20,11%. Una percentuale alta, pensando alle ambizioni del club a inizio stagione, ma piuttosto bassa paragonata a quella delle dirette avversarie nelle zone basse della classifica di Serie A. Secondo il Predictor di Opta, il Verona sarebbe ormai quasi spacciato: 81,10% la probabilità di vederlo in B la prossima stagione. Segue il neopromosso Pisa, con il 40% spaccato; chiude il terzetto il Parma: 38,4%. Più quotate della Fiorentina in ottica retrocessione ci sono anche il Cagliari (33,97%), il Genoa (32,01%) e il Lecce (28,14%). La squadra di Vanoli dovrebbe arrivare al 14° posto, peggior piazzamento dalla stagione 2018-19, quando la Viola chiuse 16ª e si salvò all’ultima giornata. Il tramonto dell’era Della Valle.
Un posto che non varrebbe l’Europa ma almeno la possibilità di vivere il Centenario in A.
Dal 2005 la squadra viola è tornata in serie A dopi alcune stagioni vissute tra alti e bassi, nella stagione scorsa il cammino in Europa si è fermato in semifinale di Conference League mentre nelle due stagioni precedenti la Fiorentina aveva disputato le finali della stessa competizione.
Calcionews24.com riporta gli ultimi aggiornamenti in casa viola.
Chiarugi sicuro: “Fiorentina in difficoltà, ma il tempo per salvarsi c’è: servono personalità e unità. Analogie con il passato? Erano altri tempi e altro calcio”.
Chiarugi, ex attaccante viola e tecnico della retrocessione del 1993, analizza su La Gazzetta dello Sport il momento critico della Fiorentina
LA RETROCESSIONE DEL ’93 – “Radice fu esonerato dopo poche partite, 4, i Cecchi Gori chiamarono Agroppi che faceva già l’opinionista in tv e aveva preso quella strada. Ma andò male anche con lui. La classifica scivolava, la squadra stava precipitando e a cinque giornate alla fine domandarono a me e Giancarlo. Ci chiesero di stare sereni per 35 giorni. Andammo dalla squadra. Cercammo di capire la situazione e perché si era caduti così in basso. I cinque punti che servivano li facemmo, ma all’ultima giornata diciamo che non fummo aiutati dagli altri campi. C’era un Genoa-Milan e un Roma-Udinese. Noi battemmo largamente il Foggia. Non bastò”
ANALOGIE COL PRESENTE – “Mah quelli erano proprio altri tempi, un altro calcio, parliamo di più di 30 anni fa. Sicuramente anche allora avevamo una squadra con gente forte, con tanta qualità offensiva. Ma retrocedemmo. I Cecchi Gori, dopo quella rovinosa caduta, fecero restare quasi tutti i big e l’anno successivo risalimmo immediatamente. Con Claudio Ranieri allenatore. Ma le aggiungo una cosa. I Cecchi Gori sono stati dei grandi dirigenti. Perché hanno veramente voluto bene alla Fiorentina. E voglio ricordarli e salutare Vittorio con grande piacere”.
L’ASSENZA DI COMMISSO – «La sua non presenza non aiuta. Sappiamo che ha subìto un intervento. Oggi non c’è più un suo rappresentante diretto. La sua voce potrebbe essere fondamentale. Se non viene a Firenze vuol dire che la situazione è più seria di quanto si possa pensare».
