Fonte foto: Gaia Zucchi
Una serata speciale al Teatro Manzoni celebra l’eredità del Maestro attraverso le voci femminili che hanno ispirato il libro di Gaia Zucchi.

Un viaggio che continua, quello del Maestro Franco Zeffirelli (1923–2019). Regista, scenografo, interprete raffinato della tradizione culturale italiana, Zeffirelli ha saputo trasformare la scena in poesia visiva, coniugando la grande eredità culturale del nostro Paese con una visione estetica universale. Le sue opere, studiate e ammirate in tutto il mondo, continuano a rappresentare un punto di riferimento per generazioni di artisti, registi e scenografi.
Il libro e la nascita di un progetto corale
A questa eredità si è ispirata Gaia Zucchi, attrice, scrittrice e showgirl, ideando Le Vicine di Zeffirelli: una serata speciale andata in scena il 18 dicembre al Teatro Manzoni di Roma, nata dal suo libro omonimo e trasformata in un racconto corale, plurale, vivo. Un evento che ha celebrato il Maestro attraverso una prospettiva femminile e solidale, restituendo al pubblico non solo la grandezza dell’artista, ma anche la delicatezza dell’uomo.
Per oltre vent’anni, Gaia Zucchi è stata vicina di casa – e amica – di Franco Zeffirelli. Il libro è nato come gesto di gratitudine, ma anche come atto di liberazione: un percorso sincero che attraversa momenti delicati della sua carriera, come la partecipazione al film Fermo Posta di Tinto Brass, e riflessioni profonde sull’arte, la reputazione, il rispetto. La serata ha restituito tutto questo al pubblico, intrecciando il vissuto personale con quello delle colleghe e amiche che, come lei, vivono l’arte come missione e come dono.

Il palco come mosaico di voci femminili
Sul palco, attrici e interpreti hanno dato voce alle pagine del libro scegliendo ciascuna un brano da interpretare, trasformandolo in esperienza intima e irripetibile. Ne è nato un mosaico di stili e sensibilità:
- Benedicta Boccoli, eleganza misurata e delicatezza
- Fanny Cadeo, ironia e luminosa vitalità
- Alexandra Celi, intensità emotiva
- Federica Cifola, brillantezza e intelligenza interpretativa
- Giulia Di Quilio, femminilità consapevole
- Daniela Fazzolari, autenticità vibrante
- Antonella Ponziani, rigore e poesia
Accanto a loro, Gaia Zucchi – anima e cuore del progetto – ha guidato il viaggio con grazia e generosità, aprendo la sua storia agli sguardi e alle voci delle altre. Con loro anche Andrea Di Bella ed Ezio Natale, in un dialogo aperto tra generi e generazioni. A conversare con l’autrice è stata la regista Anna Testa, che ha offerto spunti profondi sul valore della memoria, della cultura e della narrazione al femminile.
Un manifesto di rinascita culturale
La serata, curata da Gaia Zucchi e Alessandro Vaccari, ha rappresentato un vero “manifesto di rinascita culturale”, un inno alla capacità – troppo poco celebrata in patria – di generare bellezza, visione e futuro. Un evento che ha mostrato come il teatro possa ancora essere luogo di incontro, di ascolto e di comunità.
L’iniziativa è anche preludio a nuovi progetti: è stata infatti annunciata la preparazione della sceneggiatura del film Hotel Zeffirelli, ulteriore conferma di come l’eredità del Maestro continui a ispirare nuove forme di narrazione.
Un parterre d’eccezione
Tra le centinaia di ospiti intervenuti, moltissimi volti noti del mondo dello spettacolo, della cultura, dell’informazione e delle istituzioni: Gianluca Guidi, Niky Marcelli, Anthony Peth, Graziella Pera, Fulvio Rocco De Marinis, Brigitta Boccoli, Francesca Ragone, Kaspar Capparoni, Bruno Maccallini, Carlo Caprioli, Tullio Mattone, Massimo Rocchi, Roberta Sibona, Andrea Cacciagrano, Carlotta Bolognini, Francesco Papa, Riccardo Ferrero, Giampiero Stancati, Fabrizio Silvestri, Enio Drovandi, Cinzia Bevilacqua, Olga Bisera, Vassili Karis, Sabina Fattibene, Elisabetta Viaggi, Lino Bon, Claudia Cavalcanti, Mariano Catanzaro, Paolo Celli.
Dal mondo della regia e della recitazione: Graziano Marraffa, Massimo Fascetti, Simone Manzi, Walter Garibaldi, Imma Piro, Romano Talevi con Emanuela Corsello, Pierfrancesco Campanella. Presente anche l’Arcivescovo Costanzo, amico della protagonista.
Un’emozione che resta
Le Vicine di Zeffirelli non è stato soltanto uno spettacolo, ma un atto d’amore verso l’arte e verso la memoria. Un evento che ha lasciato il segno, confermando che quando il talento si unisce all’amicizia e alla visione, il risultato supera la scena e diventa emozione che resta.

