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La malattia deve il nome all’omonima cittadina statunitense in cui fu descritto il primo caso nel 1975. Si tratta di un’infezione trasmessa dalle zecche e causata dal batterio Borrelia. Può manifestarsi con sintomi gravi e se non viene curata può assumere un decorso cronico.
Malattia di Lyme, il contagio attraverso il morso di una zecca
L’ultimo caso, sicuramente il più eclatante, come leggiamo da “SkyTg24”, è quello di Justin Timberlake. Il cantante ha rivelato di avere la malattia di Lyme, contratta durante il tour mondiale “Forget Tomorrow”. Il cantante ha spiegato che i sintomi – dolore neuropatico, nausea e stanchezza – gli hanno reso difficile esibirsi. La malattia di Lyme è un’infezione di origine batterica trasmessa dalle zecche e causata dalla Borrelia. La trasmissione all’essere umano avviene attraverso il morso, comune in estate in ambienti caldi sia secchi che umidi. La malattia di Lyme è oggi la più diffusa e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche temperate. Per numero di casi è seconda solo alla malaria fra le malattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione.
I principali “serbatoi” dell’infezione
Il batterio può infettare sia le persone che molte specie animali. I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati da animali selvatici come roditori, caprioli, cervi, volpi e lepri. Nell’uomo l’infezione colpisce soprattutto la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Può manifestarsi con sintomi gravi e se non viene curata assume un decorso cronico.
I sintomi
La sintomatologia della malattia, prevalentemente nei mesi estivi, generalmente consiste in una lesione cutanea caratteristica a forma di anello denominata dagli esperti ‘eritema migrante’. Essa può essere accompagnata da una sindrome simil-influenzale con febbre, brividi, mialgia e mal di testa. Clinicamente i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La patologia inizia tipicamente in estate e all’inizio si manifesta con una macchia rossa che si espande lentamente, riferisce l’Iss. Entro qualche settimana, in qualche caso possono diventare mesi, si possono sviluppare disturbi neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi. L’ultima fase della malattia, a distanza di mesi o anni dall’infezione, è caratterizzata da alterazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, del sistema nervoso centrale e periferico, della cute e dell’apparato cardiovascolare.
Le cure
La malattia non porta a sviluppare immunità per cui l’infezione può essere contratta più volte nel corso della vita. La maggior parte delle manifestazioni cliniche della malattia di Lyme risponde agli antibiotici ma il trattamento della malattia in fase precoce risulta più efficace. Nella malattia allo stadio tardivo gli antibiotici eliminano il germe, alleviando l’artrite nella maggior parte dei pazienti. Negli Stati Uniti sono disponibili vaccini contro la borreliosi di Lyme, ma non sono attualmente utilizzabili in Italia e in Europa. Infatti negli Usa è presente solo l’agente patogeno Borrelia burgdorferi sensu strictu mentre in Europa sono presenti tutte le genospecie di Borrelie, che sono distinte tra loro dal punto di vista antigenico.
