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Lucia Regna: “Mi hanno colpito tutti i giudizi personali del giudice. Da vittima mi sono sentita imputata”
Lucia Regna: “Con questa sentenza al mio ex marito, che mi ha massacrato di botte, si è creato un precedente per tutti quelli che vengono dopo di lui, per tutti i processi a seguire”. Lo dice ai microfoni di Tgcom24 Lucia Regna, dopo che il Tribunale di Torino ha deciso di assolvere l’ex marito che l’ha sfregiata dall’accusa di maltrattamenti, condannandolo invece a 18 mesi per lesioni. Una pena minima, che non prevede la reclusione, essendogli stati concessi la condizionale e le attenuanti previste dalla legge. Nelle motivazioni, i giudici hanno anche scritto che l’uomo “andava capito” perché ferito dalla fine di un matrimonio durato 17 anni e interrotto per volontà della donna.
Lucia Regna: ”Ho preso gli schiaffi, quelli fisici, ma quelli più forti li ho presi dalle motivazioni del giudice”
“Io ho preso gli schiaffi, quelli fisici, ma quelli più forti li ho presi dalle motivazioni del Giudice. Il dolore più forte mi è arrivato lì. Della sentenza mi hanno colpito tutti i giudizi personali di questo giudice, da vittima mi sono sentita imputata. Mi sono sentita mortificata e delusa dal sistema giudiziario – ha raccontato Lucia -. La sentenza del giudice sembra giustificare il fatto che sia una colpa che io mi sia rifatta una vita e che abbia un nuovo compagno dopo il matrimonio con lui”.
Di quel giorno ricordo che lui mi ha insultato
Di quel giorno ricordo che lui mi ha insultato, l’ha fatto anche davanti a mia mamma, come av fatto precedentemente, mi ha dato la colpa di aver interrotto il matrimonio dopo 17 anni, mi ha insultato, poi dalle parole è passato ai fatti: mi ha preso per i capelli, mi ha dato un pugno, io ho battuto la testa su un muretto, quindi, mentre ero priva di sensi si è accanito sul mio volto con i calci, dicendo: “Tu devi morire, io ti ammazzo”.
In me resta la paura che lui possa tornare a terminare quello che ha iniziato
“Oggi è libero di girare e c’è la possibilità che io possa incontrarlo in ogni momento. In me resta la paura che lui possa tornare a terminare quello che ha iniziato”, spiega ai microfoni di Tgcom24. “La mia vita è cambiata tanto. In seguito a questo evento ho perso il lavoro, non posso più svolgere la professione che svolgevo da 15 anni. C’è sempre la paura, ho dovuto riacquisire fiducia, ho dovuto fare un percorso psicologico per capire determinate cose
Intanto, la procura di Torino ha impugnato la sentenza di primo grado del Tribunale. “La sentenza l’abbiamo impugnata e ci sarà poi un giudice che deciderà”, ha spiegato Cesare Parodi, presidente dell’Anm e procuratore aggiunto di Torino.