
Foto: Anitec - Assiform
Mercato digitale – Solo il 30% dei fondi Pnrr utilizzati: la pubblica amministrazione si ferma al 23%
Mercato digitale – Il 2024 ha segnato una nuova fase di trasformazione tecnologica, con l’intelligenza artificiale generativa sempre più presente in progetti e servizi e con il debutto di strumenti avanzati come ChatGPT 5, capaci di catalizzare l’interesse di aziende e istituzioni. In questo contesto, il mercato digitale ha registrato una crescita del 3,7%, ben oltre lo 0,7% dell’economia nazionale, raggiungendo un valore di 81,6 miliardi di euro. Il settore è ormai un motore stabile di sviluppo economico e occupazionale, con previsioni di arrivare a 93 miliardi entro il 2028, mantenendo un ritmo di espansione superiore al resto del Paese.
Il Rapporto “Il Digitale in Italia 2025”, realizzato da Anitec-Assinform, fotografa un settore che cresce
Il Rapporto “Il Digitale in Italia 2025”, realizzato da Anitec-Assinform, fotografa un settore che cresce a un ritmo ben superiore alla media nazionale, spinto da innovazioni capaci di trasformare interi comparti produttivi. L’associazione rappresenta le principali imprese attive in Italia nello sviluppo di software, sistemi e apparecchiature elettroniche, oltre che nella fornitura di soluzioni applicative e di rete, servizi a valore aggiunto e contenuti legati all’Ict e all’innovazione digitale.
Mercato digitale Italia: servizi e software corrono
Non è l’acquisto di nuovi computer o smartphone a spingere la crescita del digitale, ma i servizi e le soluzioni che permettono di sfruttarli al massimo. I servizi Ict, che comprendono consulenza tecnologica, gestione di reti e infrastrutture, oltre allo sviluppo di progetti su misura, hanno registrato un +7,4%. Seguono il Software e le Soluzioni Ict (+3,9%), con piattaforme e applicazioni che aiutano imprese e pubbliche amministrazioni a lavorare in modo più rapido ed efficiente. Un comparto dinamico e innovativo, che però deve affrontare ostacoli strutturali come alti costi energetici, frammentazione del mercato, scarsità di competenze specialistiche e un contesto geopolitico incerto.
Sul fronte dei contenuti
Sul fronte dei contenuti, lo streaming e la pubblicità online mantengono un ruolo di primo piano, con i Contenuti e la Pubblicità Digitali in crescita del 5,6%. – riporta Anitec-Assinform – Più lenta invece l’espansione dei Dispositivi e Sistemi (+1,6%) – computer, smartphone e hardware – e dei Servizi di Rete (+1,2%), che comprendono le telecomunicazioni fisse e mobili. Segno di un mercato ormai maturo, dove la spinta principale arriva da soluzioni e servizi capaci di trasformare la tecnologia in valore concreto.
AI e cloud trainano il mercato
I Digital Enabler & Transformer sono le fondamenta su cui si costruisce la trasformazione digitale: tecnologie e piattaforme che, pur non essendo visibili agli utenti finali, permettono il funzionamento di servizi come lo streaming ad alta velocità, l’e-commerce o le app che rispondono in tempo reale. Nel 2024 il comparto è cresciuto dell’11,5%, spinto come si vede anche dai dati del grafico dall’Intelligenza Artificiale (+38,7%), oggi impiegata per automatizzare processi, elaborare dati sanitari e ottimizzare la logistica. Subito dietro, il Cloud Computing (+17,4%) si consolida come la “casa” online di applicazioni e archivi aziendali, eliminando la necessità di server fisici interni.
Il Big Data Management (+12,5%) permette di dare senso a …
Il Big Data Management (+12,5%) permette di dare senso a miliardi di dati generati ogni giorno, mentre la Cybersecurity (+11,9%) è il muro di difesa contro furti e attacchi informatici. Tra le tecnologie ormai mature troviamo la Blockchain (+5,5%), usata per certificare documenti o tracciare filiere; l’Internet of Things (+8,1%), che collega sensori e dispositivi industriali; e i Wearable (+8%), come smartwatch e visori di realtà aumentata. Più stabili ma ancora importanti il Mobile business (+4,8%) e le Web platform (+4,4%), che continuano a sostenere il lavoro digitale quotidiano.
Pnrr al rallentatore, speso solo il 30% dei fondi
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è oggi uno dei pilastri della trasformazione digitale del Paese. Ma come può sprigionare davvero il suo potenziale se i fondi scorrono così lentamente? Al 13 dicembre 2024 risultavano spesi 58 miliardi di euro, appena il 30% delle risorse complessive. La sezione dedicata alla digitalizzazione e al potenziamento della Pubblica Amministrazione ha centrato tutti i 27 obiettivi previsti, eppure la spesa effettiva si è fermata al 23% del budget.
… ma i progetti concreti rischiano di rallentare
È un paradosso: i traguardi formali vengono raggiunti, ma i progetti concreti rischiano di rallentare, proprio quelli che dovrebbero rendere i servizi pubblici più moderni, rapidi e accessibili ai cittadini. Nel 2025 l’impatto del Pnrr sul mercato digitale dovrebbe essere di 2,3 miliardi di euro, per poi scendere a 850 milioni nel 2028, su un settore stimato a 92,8 miliardi. Senza un’accelerazione nella spesa, la spinta alla digitalizzazione rischia di perdere forza nel momento in cui il mercato digitale sta finalmente consolidando la propria crescita.
Pubblica amministrazione e sanità crescono oltre il 10%
Nel 2024, nonostante i ritardi nell’utilizzo dei fondi del Pnrr, il settore pubblico ha dato la spinta più forte alla crescita digitale, con investimenti ben superiori alla media. La Pubblica Amministrazione centrale ha segnato un +11,1%, mentre quella locale è salita del 10,2%, trainata dai progetti legati alla modernizzazione dei servizi. Anche la Sanità (+10,6%) ha accelerato per aggiornare le infrastrutture informatiche e ampliare l’accesso alle cure, così come l’istruzione (+7,4%), dove si è diffuso l’uso di piattaforme e strumenti per la didattica digitale.
Boom IA nella PA, +45,5% in un anno
La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione passa sempre di più dall’Intelligenza Artificiale. Nel 2023 la spesa complessiva per soluzioni di IA era di 32,5 milioni di euro. Nel 2024 è salita a 47,3 milioni, con un incremento del 45,5% in soli dodici mesi. Le previsioni per il 2025 parlano di un ulteriore balzo fino a 64,4 milioni di euro. Oggi il 75% di queste risorse è concentrato nella PA centrale, che può contare su budget e competenze adeguati per sviluppare progetti complessi. La PA locale, pur mostrando interesse, deve fare i conti con vincoli di spesa e carenza di professionalità specializzate: un gap che, se non affrontato, rischia di ampliare la distanza tecnologica tra centro e territorio
Mercato digitale in Italia – IA in Italia: usata solo dall’8,2% delle imprese
Fuori dal settore pubblico, a investire di più sono stati i comparti finanziari: assicurazioni (+7,1%) e banche (+6,6%), concentrate sul potenziamento della sicurezza informatica, dei servizi online e della gestione dei dati. All’estremo opposto, telecomunicazioni e media hanno segnato un -1,1%, rallentati da fusioni e riorganizzazioni interne che hanno bloccato nuovi progetti.
Il dato più sorprendente arriva dall’intelligenza artificiale
Eppure, il dato più sorprendente arriva dall’intelligenza artificiale: solo l’8,2% delle imprese italiane con almeno dieci dipendenti la utilizza. Vuol dire che più di nove aziende su dieci non stanno ancora sfruttando una tecnologia capace di rivoluzionare processi produttivi, organizzazione, servizi e relazioni con i clienti. Il 2025 si apre così con un paradosso: l’IA avanza a grandi passi, creando nuove figure come i prompt engineer o gli esperti di etica algoritmica, mentre gran parte del tessuto produttivo resta ancora ferma ai blocchi di partenza.
Mercato digitale: Nord Ovest e Centro valgono due terzi degli investimenti
La mappa degli investimenti digitali in Italia mostra un mercato ancora concentrato soprattutto tra Nord Ovest e Centro, che insieme valgono quasi due terzi della spesa nazionale. Nel 2024 il Centro ha messo a segno la crescita più alta (+4,4%), trainato dal Lazio (+5%), dove pesa la presenza di grandi realtà pubbliche e private. Il Nord Ovest è cresciuto del 3,8%, con la Lombardia che da sola vale 21,1 miliardi di euro e segna un +4,1%.
Bene anche il Nord Est (+3,8%), mentre il dato più interessante arriva dal Sud e Isole: +2,5%
Un salto netto rispetto al timido +0,5% dell’anno precedente. Segnali incoraggianti, che indicano un lento recupero delle aree tradizionalmente più indietro sul fronte digitale. Il divario con le regioni più avanzate, però, resta ancora ampio.
Le start-up in Italia crescono piano
L’ecosistema delle imprese innovative in Italia cresce, ma a ritmo molto lento. A fine 2024 le start-up iscritte al registro erano 12.123, con un incremento minimo dello 0,12%. Tra queste, le piccole medie imprese innovative Ict sono 2.023 (+1,35%), mentre le start-up innovative Ict restano stabili a quota 8.652.
La mappa geografica conferma la leadership della Lombardia
La mappa geografica conferma la leadership della Lombardia, che concentra il 27,9% delle start-up nazionali, seguita da Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Puglia. I poli più forti sono Milano (2.472 imprese), Roma (1.255) e Napoli (835). Il settore più vivace è quello dell’Intelligenza Artificiale e Machine Learning, dove operano 538 imprese, segno che le tecnologie legate all’IA restano la calamita principale per nuovi progetti e investimenti.
Crescita fino al 2028, ma il ritmo rallenta
Le previsioni dicono che il digitale continuerà a crescere anche nei prossimi anni, ma non con lo stesso slancio del passato. Nel 2025 il mercato è atteso a 84,4 miliardi di euro, in aumento del 3,5% rispetto al 2024. E poi? Guardando al periodo 2024-2028, la crescita media annua stimata è del 3,3%: un passo più regolare, lontano dai picchi recenti ma sufficiente a mantenere il settore in espansione. Conclude Anitec-Assinform. La vera domanda è: riuscirà questa crescita costante a trasformarsi in un salto di qualità per l’economia, o resterà confinata a pochi comparti trainanti?
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