 
                Mister Sansone. Chiamarlo con questo titolo mi emoziona e mi rende molto felice. Ne è passato di tempo da quando, bambini, correvamo spensierati su un campo impolverato di un paesino in provincia di Salerno, la nostra Angellara. Da bambino di poco più di 10 anni mi chiedevo se fosse mai possibile che lui, su quella sedia a rotelle, potesse riuscire a giocare. Eppure, bastava un lancio verso di lui, e la risposta potevi guardarla con i tuoi occhi: la sedia a rotelle spariva, diventava davvero un’appendice insignificante del suo corpo. Oggi Emiddio ha realizzato il suo sogno: allena i ragazzi della Junioren C (Giovanissimi in Italia) della FC Rafzerfeld in Svizzera.
Mister Sansone, ci conosciamo da una vita, ma ti chiedo una sintesi della stessa
“Certo. Sono italiano, anzi cilentano, e sono orgoglioso delle mie origini. Sono affetto sin dalla nascita da una malattia genetica rara alle ossa chiamata osteogenesi imperfetta che però non mi ha impedito di vivere felicemente la mia vita. Dopo appena un anno mio padre ha avuto l’opportunità di trasferirsi in Germania per lavoro. Ormai da 44 anni viviamo tutti a Singen vicino al Lago di Costanza. Lì ho potuto frequentare tutti i cicli scolastici fino al diploma. Sono grato alla Germania perchè lì ho trovato un ambiente davvero inclusivo che mi ha permesso di fare tante cose, tra le quali anche il rapper con il nome di red Dog.”
Mister Sansone, la passione per il calcio quando è nata?
“Viene sicuramente da lontano. Ancora bambino seguivo mio padre nelle partite di calcio dei tornei aziendali. Tuttavia la scintilla è scoccata quando, proprio durante una di queste, avevo appena 12 anni, un collega di mio padre, che collaborava con una società calcistica della zona, mi chiese di fare l’arbitro per le partite di calcio dei pulcini. Dopo un primo timore misto a sorpresa, decisi di accettare: era una sfida per me, ma lo vedevo come un primissimo passo verso lo sport che amavo. Quindi il mio approccio al calcio fu davvero in giacchetta nera, diciamo così…”
Ma come sei arrivato a diventare allenatore?
“Ti dirò: sempre guardando giocare mio padre e i suoi amici, nasceva in me la voglia di capire di tattiche, moduli, di psicologia di squadra. Insomma io volevo diventare allenatore. Soprattutto volevo trasferire certe conoscenze ai bambini per regalare anche a loro un sogno. Ed allora ho potuto seguire un corso da match analist a Dusseldorf: era il 2020, imperversava il Covid 19 ed allora ho frequentato in parte in presenza ed in parte online. Mi sono diplomato da match analist anche con un bel voto. Questo mi ha permesso di ricevere un’importante offerta da una società del Nord della Germania. Ho dovuto rifiutare perchè 8 ore di viaggio per raggiungere il posto sarebbero state troppe. Ho un difetto: sono troppo legato alla famiglia e la distanza sarebbe stata eccessiva. Poi mi ha chiamato l’attuale società per la quale lavoro a Rafzerfeld in Svizzera. Ho accettato ed è stato davvero amore a prima vista.”
Come ti trovi in Svizzera?
“Mi trovo molto bene. Il mio posto di lavoro è un proprio e vero hub. Fantastici i campi, meravigliose le strutture. E poi si è creato davvero un ambiente familiare Anche con i ragazzi ho un rapporto splendido. Sai, guardando un allenatore sulla sedia a rotelle, all’inizio erano preoccupati, magari anche che mi facessi male. Da subito, però, hanno imparato a conoscermi ed è nato un rapporto tra persone, devo dirlo, normali. Hanno capito che la mia invalidità non è affatto un problema o un ostacolo. Mi rispettano tutti come persona, ed è una grande cosa. Nel frattempo in questi giorni, grazie proprio alla società che mi ha messo sotto contratto, ho potuto conseguire l'”SFV C-Basic Diplom, ovvero il patentino da allenatore. Per ora posso lavorare solo in Svizzera, ma continuerò ad applicarmi per conseguire altri titoli UEFA e FIFA.”
Mister Sansone, siamo alla conclusione. So che hai visitato alcuni settori giovanili nel Sud Italia…
“Eh sì… E diversi genitori continuano a chiedermi di proporre i loro figli a società svizzere o tedesche. Davvero, da scouting, devo dire che di talenti in erba ce ne sono…”
In chiusura: tifiamo entrambi per il Napoli. Un tuo parere sulla lotta Scudetto?
“Io sono convinto lo vinciamo. Il focus di Conte è quello. Io penso che lui sia anche infastidito dalle voci sul suo futuro. Lui è concentrato sull’obiettivo. Ti dirò: io sto imparando molto da lui. Per me l’allenatore deve essere la mente e l’anima della squadra.”
Così conclude Mister Sansone

 
             
         
        