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Ozzy Osbourne, voce dei Black Sabbath, è scomparso ieri all’età di 76 anni. Se ne va una leggenda del rock e dell’heavy metal, fonte di ispirazione per tanti artisti che hanno voluto cimentarsi con questi generi. Ad annunciare la morte del musicista è stata la sua famiglia. Nel 2020 aveva rivelato di avere il morbo di Parkinson. Il 6 Luglio ha preso parte, con i suoi Black Sabbath all’ultimo concerto del gruppo a Birmingham, in Inghilterra.
Ozzy Osbourne, l’annuncio della morte
“È con una tristezza che le parole non possono esprimere che dobbiamo annunciare che il nostro amato Ozzy Osbourne è mancato questa mattina. Era con la sua famiglia, circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della nostra famiglia in questo momento”, si legge nella nota pubblicata dai parenti.
La leggenda del rock
Quella di Ozzy Osbourne è stata una voce unica nella storia del rock. Indubbiamente Osbourne ha segnato un’epoca con il suo profilo da animale da palcoscenico. Una vera e propria icona senza pari, ha avuto lo stigma di artista maledetto, fra alcol, droga e (presunti) messaggi luciferini. Il mondo della musica e milioni di fan in giro gli hanno detto addio dopo una vita di successi ed eccessi, condensati nell’etichetta di “Prince of Darkness” (“Principe delle Tenebre”).
Gli ultimi anni della star
Gli ultimi anni dello scorso secolo e i primi del 2000 sono stati segnati da sporadiche reunion con i Black Sabbath. Si va dalla prima seguita alla “pace” del 1985, ad altre suggellate in tour e concerti fra il 1997 e 2006. Poi il primo stop del 2010, quindi il ritorno definitivo con i Black Sabbath del 2011 fino all’annuncio dello scioglimento del gruppo del 2017. Poco dopo per Ozzy arriva la diagnosi del morbo di Parkinson, destinato a segnare il declino progressivo della sua salute degli ultimi anni, verso l’esito finale. Eppure due settimane fa, il 5 luglio, Ozzy ha dato vita a un memorabile concerto-evento di saluto alle scene organizzato in suo onore dinanzi a una folla di fan vecchi e nuovi al Villa Park, lo stadio dell’Aston Villa della natia Birmingham. Un tributo fortemente voluto da Sharon e da Tony Iommi, che ha visto ricomporsi la formazione originale della band. Il gruppo era certamente invecchiato ma è rimasto indomabile. Durante il concerto il vecchio Principe delle Tenebre ha dato fondo, nei limiti del possibile, alle ultime energie assieme agli altri tre.
