
C’era un tempo in cui il calcio attraeva folle oceaniche allo stadio reale, non quello virtuale, un tempo in cui i giocatori erano idoli ed i bambini sognavano ad occhi aperti con i poster in camera dei propri beniamini. Un tempo dove il calcio non si toccava facilmente con un dito, ma lo si immaginava partendo dalle gesta domenicali dei propri eroi intraviste in differite accorate dopo celeberrime sintesi di programmi cult come 90° Minuto. Oggi il calcio non è più così. I bambini non giocano più ore intere per strada in improbabili campi attrezzati per l’occasione e gli oratori chiudono.
Ciò ha coinvolto anche la piazza di Napoli?
Napoli più di ogni altra città o piazza o come dir si voglia ha caratterizzato la sua evoluzione sociale e storica su qualità umane indiscutibilmente tipiche di un umanesimo tutto partenopeo. Scugnizzi che con poco nulla improvvisavano rappresentazioni terrene di sfide epiche raccontate dai grandi, sfide mitiche a cui poter assistere esclusivamente in catini bollenti come l’allora San Paolo. Tecnica calcistica e fantasia si affinavano, ed il calcio per molti non era solo rappresentato dai club, ma anche e soprattutto da grandi uomini e calciatori che albergavano nei sogni dei giovani ragazzi. Ma oggi il calcio è ancora fatto di eroi e campi di periferia? L’ex gladiatore del Napoli in merito dice la sua…
Montervino a sorpresa: “Napoli top, ma deve entrare più nel cuore. Non c’è un idolo…”
Intervenuto ai microfoni di Radio Marte nel corso di ‘Forza Napoli Sempre’ parlando della forza di questo Napoli: “Per completezza questo Napoli potrebbe essere il migliore dell’era De Laurentiis, anche se se la gioca con quello di Spalletti. Io però vorrei che entrasse di più nel cuore dei napoletani, come è successo anche a qualche Napoli che non ha vinto. L’attuale Napoli ha una struttura eccellente nell’organico ma servirebbe il beniamino dei tifosi, l’idolo delle folle come erano Lavezzi, Cavani o Mertens. Mc Tominay si sta dimostrando un serio candidato ma non è ancora ai livelli di quelli citati.
“Oggi il trasporto verso il Napoli ce l’hanno verso De Laurentiis e verso Conte”
“…leader assoluto per carità, ma in campo ci vanno i calciatori. Hojlund ha le qualità per diventarlo, ha ferocia e doti tecniche. Però deve farlo in fretta, come è accaduto ai calciatori che hanno subito lasciato il segno a Napoli, come capitò, alla seconda giornata appena, con Lavezzi nella gara contro l’Udinese. Mi auguro e mi aspetto che lui possa fare la differenza in Italia, anche perché viene dalla Premier”.
Tutto ciò è condivisibile?
Certo il calciatore Montervino pone un problema reale. Il suo errore tuttavia è confinarlo ad una vicenda territoriale, ad un caso specifico, ad un club in particolare. La verità è che Napoli riflette ciò che offre oggi la società moderna. I bambini, i giovani in generale non sono più abituati a sognare per strada, ma soprattutto oggi abbiamo a disposizione tecnologie avanzate nate per avvicinare le persone ma che in realtà le allontanano. Oggi i ragazzi non interagiscono più come una volta e non coltivano più il nobile concetto di sacrificio. Non c’è più sacrificio nell’attendere ore le immagini dei propri giocatori, poichè le pay per view hanno umanizzato e rese facilmente fruibili le gesta in campo dei calciatori. Si è pian piano distrutta la dolce attesa domenicale, spezzettando il calcio ed ampliando le bocche di accesso allo stesso…
Conclusioni sul Napoli e sul calcio…
Quindi non credo che sia il Napoli oggi a non avere idoli come ipotizza Montervino piuttosto oggi si vive in un contesto sociale dove è difficile l’esistenza di idoli, con un calcio che non lascia più la necessaria libertà di far galoppare la fantasia, un calcio dove si vuole e si ottiene tutto e subito. Quindi il vero salto di qualità oggi della piazza napoletana ed in genere, è proprio non affezionarsi agli idoli, ma, piuttosto, coltivare il proprio rapporto di amore con la maglia. I calciatori, quasi tutti ammaliati dal fascino del soldo, vanno e vengono in una frenesia collettiva che colpisce in primis il mondo del calcio e poi l’utenza. Piuttosto occorre che i giovani tornino a sporcarsi le mani ed a sbucciarsi le ginocchia, senza paure ed ansie. Certe gioie sono un privilegio a cui non possono e non devono sottrarsi i nostri figli…