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Operazione carabinieri di Foggia: il blitz all’alba ha sorpreso nel sonno il latitante Leonardo Gesualdo, armato ma incapace di reagire.
All’alba del 7 ottobre, un’operazione fulminea dei carabinieri del Gruppo di Intervento Speciale ha posto fine alla latitanza di Leonardo Gesualdo, 39 anni, esponente di spicco della Società foggiana. Il blitz è avvenuto alla periferia di Foggia, dove il latitante si nascondeva da cinque anni, dopo essere sfuggito all’operazione “Decimabis” del 2020. Condannato in primo grado a dodici anni per associazione mafiosa, Gesualdo era inserito nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia.
L’irruzione e il sequestro dell’arma
L’irruzione è stata preceduta da esplosioni controllate che hanno disorientato il sospettato, sorpreso nel sonno. Nonostante avesse con sé una pistola con matricola abrasa e sei colpi nel caricatore, non ha opposto resistenza.
Nei giorni precedenti al blitz, i carabinieri del Comando provinciale di Foggia hanno localizzato il rifugio grazie a un’intensa attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari sotto la guida del procuratore Roberto Rossi.”
Un colpo alla rete mafiosa foggiana
L’arresto di Gesualdo rappresenta un colpo significativo alla rete criminale della Società foggiana, organizzazione mafiosa che negli ultimi anni ha consolidato il proprio potere attraverso estorsioni, traffico di stupefacenti e infiltrazioni nel tessuto economico locale.
Il suo ruolo di vertice lo rendeva un punto di riferimento per le dinamiche interne del clan, e la sua cattura potrebbe ora aprire nuovi scenari investigativi.
Lo Stato risponde: nuovi scenari in vista
Con il blitz, lo Stato ha lanciato un segnale deciso contro la criminalità organizzata in Puglia, dimostrando capacità operativa e determinazione investigativa. Resta ora da capire se l’arresto di Gesualdo porterà a ulteriori sviluppi, collaborazioni o rivelazioni che possano indebolire definitivamente la struttura mafiosa foggiana.