Papa: riconoscere la Palestina potrebbe aiutare un popolo ma non c’è la volontà
Il conflitto in Medioriente è giunto al giorno 719. La tv Al Jazeera annuncia una nuova strage a Gaza City a seguito di un pesante attacco compiuto da Israele all’alba. Ennesimo intervento di Papa Leone per la pace in cui invita a lavorare alla “soluzione dei due Stati”. Ai giornalisti che gli chiedevano se “il riconoscimento dello Stato di Palestina potesse aiutare la causa palestinese”, il Pontefice ha così risposto:
“Potrebbe aiutare, però in questo momento non si trova dall’altra parte la volontà di ascoltare”
A margine dell’Assemblea Onu, Giorgia Meloni ha annunciato che il governo italiano presenterà una mozione per il riconoscimento della Palestina, ma subordinato a due condizioni: liberazione degli ostaggi e all’esclusione di Hamas da Gaza. Schlein attacca: “Dal premier giochi di prestigio sulla Palestina”.
La conferenza delle Nazioni Unite sulla Palestina ha già segnato una svolta storica:
una decina di Paesi, guidati dalla Francia di Emmanuel Macron, hanno annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese, tra applausi e tensioni diplomatiche. La mossa, sostenuta anche da Gran Bretagna, Canada e Australia, ha innescato lo scontro con Stati Uniti e Israele, sempre più isolati al Palazzo di Vetro. Rivolgendosi a Donald Trump e alla sua convinzione di meritare il Nobel per la Pace, il capo dell’Eliseo ha dichiarato: “È possibile solo se ferma la guerra in Medioriente”. Macron ha parlato di “tempo di fermare la guerra e il massacro”, ribadendo che “nulla giustifica il conflitto in corso a Gaza”.
Presente a New York anche Antonio Tajani, che ha confermato la posizione italiana:
la bussola resta la soluzione a due Stati, pur senza un riconoscimento immediato. Intanto non si arresta l’offensiva israeliana nella Striscia. I carri armati hanno percorso la strada Shifa nel quartiere Rimal di Gaza City, a meno di tre chilometri dal centro.
Ma quanto può realmente essere di aiuto riconoscere la Palestina ?
La Palestina è una regione storica del Medio Oriente situata tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano. Nel corso dei millenni è stata crocevia di civiltà, religioni e commerci: antichi Cananei, Israeliti, Romani, Bizantini, Arabi e Ottomani hanno lasciato il loro segno sul territorio.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, l’Impero Ottomano cedette la regione della Palestina alla Gran Bretagna con il “Mandato Britannico”
La coesistenza tra popolazione araba locale e crescente immigrazione ebraica portò a forti tensioni. Nel 1947 l’ONU propose un piano di spartizione in due stati, uno ebraico e uno arabo, ma il conflitto arabo-israeliano che ne seguì portò alla nascita dello Stato di Israele nel 1948 e alla fuga di centinaia di migliaia di palestinesi (la Nakba). Da allora, la questione palestinese rimane irrisolta, con i territori di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est contesi e soggetti a occupazione militare e insediamenti.
Il riconoscimento internazionale della Palestina come Stato indipendente è oggi sostenuto da oltre 130 paesi membri dell’ONU
Tuttavia non è ancora universale. Riconoscerla potrebbe rappresentare un passo cruciale per una pace duratura: darebbe legittimità politica ai palestinesi, favorirebbe negoziati su basi più equilibrate e rafforzerebbe il diritto all’autodeterminazione, principio cardine del diritto internazionale. Secondo molti, in un’epoca in cui il conflitto continua a generare sofferenza e instabilità regionale, il riconoscimento della Palestina non è solo una questione geopolitica, ma anche un atto di giustizia storica e di speranza per una coesistenza pacifica tra due popoli che condividono la stessa terra.
La posizione di Israele…
Israele si oppone al riconoscimento della Palestina perché teme che uno Stato palestinese senza accordi di pace possa minacciare la sua sicurezza, rivendicare territori e parte di Gerusalemme, e rafforzare la pressione internazionale contro Israele. Inoltre, i governi israeliani ritengono che la Palestina debba nascere solo da negoziati diretti, non da decisioni unilaterali.
Conclusioni sulla guerra in Palestina…
Al di là delle ragioni storiche, religiose e politiche che a seconda degli schieramenti condizionano le valutazioni sia a livello civile che politico resta di fatto che ogni ragione cade quando cade un bambino, quando un bambino muore di fame, quando i civili innocenti muoiono e gridano aiuto. É ora che le menti ragionino e che lo facciano presto. Non esistono motivazioni valide che possano giustificare anche una sola lacrima di un bambino, e questa è un’esigenza senza colore…

1 thought on “Palestina: riconoscerla potrebbe essere un aiuto ?”
Comments are closed.