Fonte immagine: La Nuova Bussola Quotidiana
l primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha messo in discussione la partecipazione di Israele alle competizioni sportive. Come leggiamo da Rainews.it, il premier ha sottolineato la sua profonda ammirazione per la società spagnola “che si mobilita contro l’ingiustizia”. Tutto ciò dopo che la tappa finale della gara ciclistica Vuelta é diventata un caso politico e diplomatico. A causa delle proteste di centinaia di manifestanti filo-palestinesi, gli organizzatori hanno dovuto interrompere la tappa a 56 km dall’arrivo. I manifestanti pro Pal hanno invaso il tracciato riempendo la strada di puntine da disegno e vetri. Ci sono state tensioni, scontri e cariche della polizia anche nel centro della capitale spagnola fino alla sera di ieri.
Sanchez vuole che Israele sia trattato come la Russia
“Finché la barbarie non cesserà, né la Russia né Israele dovrebbero essere inclusi in ulteriori competizioni internazionali”, ha chiesto Sánchez. Ai deputati, ai senatori e agli eurodeputati del PSOE oggi il premier spagnolo ha riaffermato ancora una volta il ruolo guida del governo nella condanna internazionale del governo israeliano per la sua offensiva a Gaza. Questa ha causato la morte di oltre 64.000 civili palestinesi, tra cui quasi 20.000 bambini, mille insegnanti, 250 giornalisti e decine di dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite e di altre ONG. “Che senso ha avere voce se ci si limita a ripetere ciò che dicono gli altri? Non serve una politica estera per seguire l’esempio. Ricordatevi di avere i piedi sul tavolo, dove ci ha portato Aznar”, ha affermato, riferendosi all’incontro tra l’ex presidente del PP e George W. Bush, in cui quest’ultimo sostenne l’invasione dell’Iraq.
La risposta del Partito Popolare
Il Partito Popolare (PP) ha attaccato Sánchez per aver incoraggiato le proteste alla Vuelta. Il suo leader, Alberto Núñez Feijóo, ha detto che il governo “non si preoccupa della vita degli agenti di polizia o della sicurezza dei motociclisti”. Inoltre aveva accusato direttamente Sánchez di essere “responsabile di atti di violenza che potrebbero far vergognare qualsiasi Paese”.
