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Piano di pace Gaza: Hamas apre al dialogo, Israele impone condizioni, Trump rilancia la trattativa
In una svolta diplomatica che potrebbe cambiare il corso del conflitto israelo-palestinese, Hamas ha annunciato di aver accettato alcuni elementi del piano di pace Gaza proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Non si tratta di un’accettazione totale, ma di un’apertura significativa che lascia intravedere spiragli di trattativa.
I punti principali del piano
Secondo fonti diplomatiche, il piano prevede:
- Il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani, vivi e deceduti.
- La cessazione dei bombardamenti su Gaza da parte di Israele.
- Il trasferimento del controllo amministrativo della Striscia a un ente tecnico palestinese indipendente.
- La cooperazione internazionale per la ricostruzione e la gestione del territorio.
- Il disarmo graduale di Hamas e la sua rinuncia al potere politico.
Hamas ha dichiarato di essere disposto a negoziare su questi punti, accettando la consegna degli ostaggi e la creazione di un’amministrazione tecnica. Tuttavia, ha chiesto garanzie precise su questioni cruciali come il disarmo e il proprio ruolo politico futuro.
Trump: “Un giorno speciale per la pace”
Donald Trump ha definito l’annuncio “un giorno speciale”, invitando Israele a cessare immediatamente le operazioni militari per favorire il rilascio degli ostaggi e creare un clima adatto alla trattativa. Ha inoltre lanciato un ultimatum: entro domenica sera, Hamas dovrà accettare integralmente il piano, altrimenti “scoppierà l’inferno”.
Le sue dichiarazioni hanno suscitato reazioni contrastanti. Alcuni governi europei hanno accolto con favore l’apertura diplomatica, mentre altri osservatori hanno criticato il tono minaccioso e la mancanza di un percorso chiaro verso una soluzione duratura.
Israele: sì parziale, ma con condizioni
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato la prima fase del piano, ma ha imposto condizioni rigide. Il ritiro delle truppe sarà solo parziale e graduale, e non è previsto alcun percorso verso la riunificazione con la Cisgiordania. Israele ha inoltre chiesto la supervisione internazionale del processo, con il coinvolgimento diretto di Trump e dell’ex premier britannico Tony Blair.
Una tregua fragile
L’apertura di Hamas al piano di pace Gaza potrebbe inaugurare una nuova fase di negoziati, ma restano molte incognite. Il movimento ha chiesto che le questioni più delicate vengano discusse in un quadro nazionale palestinese unitario, con il sostegno di mediatori arabi e islamici. Tuttavia, la pressione militare e politica resta altissima.
Israele ha ridotto l’intensità dell’offensiva, limitandosi a manovre difensive, ma non ha rinunciato al controllo del territorio. Le cancellerie internazionali osservano con cautela, mentre la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto.
Verso una svolta?
Il piano di pace Gaza è ancora lontano dall’essere attuato, ma l’apertura di Hamas rappresenta un passo significativo. Se accompagnato da un reale cessate il fuoco, da garanzie internazionali e da un processo negoziale inclusivo, potrebbe trasformarsi in una tregua duratura. In caso contrario, rischia di essere solo una parentesi fragile in una guerra che ha già causato migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti.