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Un Piano regionale innovativo per l’Autismo: ascolto delle famiglie, integrazione socio-sanitaria e pari diritti in Calabria.
In Calabria prende forma un progetto storico: il nuovo Piano Regionale per l’Autismo, che segna una svolta nel modo di concepire la presa in carico delle persone e delle famiglie. Non un documento calato dall’alto, ma un percorso costruito insieme, ascoltando chi ogni giorno vive la realtà dell’autismo e chi lavora sul territorio per garantire diritti, servizi e dignità.
La vera novità è l’integrazione socio-sanitaria: un approccio che supera la frammentazione e mette al centro la persona lungo tutto l’arco della vita. Sanità, servizi sociali, scuola e comunità diventano parti di un unico sistema coordinato, capace di offrire continuità, concretezza e sostegno reale alle famiglie.
Autismo come progetto di vita
“Autismo non è solo questione sanitaria o sociale, riguarda il progetto di vita della persona lungo tutto l’arco della vita”, ha dichiarato l’Assessore Regionale alle Politiche sociali, Pasqualina Straface. Una frase che racchiude la filosofia del Piano: non limitarsi a rispondere ai bisogni immediati, ma accompagnare la persona in ogni fase della sua esistenza, dall’infanzia all’età adulta, fino alla piena inclusione sociale e lavorativa.
Il Piano regionale riconosce che l’autismo non può essere affrontato con soluzioni parziali. Serve una visione globale, capace di intrecciare competenze mediche, educative e sociali, e di costruire percorsi personalizzati. Ogni individuo è unico, e il progetto di vita deve rispettare questa unicità, valorizzando potenzialità e desideri.
Gennaio 2026: l’avvio del coordinamento
Il nuovo Piano entrerà nel vivo a gennaio 2026, con l’attivazione di un Tavolo regionale permanente e l’istituzione del Registro dell’autismo. Due strumenti fondamentali: il primo garantirà un confronto costante tra istituzioni, operatori e associazioni; il secondo permetterà di raccogliere dati aggiornati, indispensabili per programmare interventi mirati e ridurre le disuguaglianze.
“Più dati significa più risposte, meno disuguaglianze”, ha sottolineato Straface, indicando la necessità di una governance trasparente e partecipata. Conoscere la realtà quantitativa e qualitativa dell’autismo in Calabria consentirà di orientare risorse, formare personale, monitorare i risultati e correggere le criticità.
Famiglie al centro
Il Piano pone grande attenzione al ruolo delle famiglie, spesso prime protagoniste nella cura e nell’accompagnamento quotidiano. Non più lasciate sole, ma sostenute da servizi integrati e da percorsi di transizione rafforzati, soprattutto nei momenti più delicati: il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria, dall’adolescenza all’età adulta, dall’assistenza pediatrica ai servizi per adulti.
“Il sostegno alle famiglie è la chiave per rendere il Piano concreto e vicino alle persone”, ha aggiunto l’Assessore, ribadendo l’importanza di offrire sollievo, formazione e orientamento.
Una rete che unisce
La forza del Piano sta nella costruzione di una rete. Non più compartimenti stagni, ma un sistema che mette in dialogo ospedali, servizi territoriali, scuole, enti locali e associazioni. Una rete che si fonda sull’ascolto e sulla collaborazione, e che punta a garantire equità: nessuna famiglia deve sentirsi privilegiata o penalizzata in base al luogo in cui vive.
Un piano equo e sostenibile
Equità e sostenibilità sono le parole chiave di questo percorso. Equità, perché ogni persona con autismo deve avere accesso agli stessi diritti e opportunità, indipendentemente dal contesto socio-economico. Sostenibilità, perché il Piano non è un intervento straordinario destinato a esaurirsi, ma un modello stabile, capace di durare nel tempo e di adattarsi ai cambiamenti.
Un impegno collettivo
Il nuovo Piano regionale per l’Autismo in Calabria è un impegno collettivo. È la dimostrazione che istituzioni, professionisti e famiglie possono costruire insieme un futuro più giusto. È un segnale di speranza per chi da anni chiede attenzione e risposte.
Come ha ricordato la dottoressa Straface: “L’autismo non è una diagnosi, ma un percorso di vita. Il nostro compito è accompagnarlo con equità e rispetto, lungo tutte le tappe dell’esistenza.”
